Affrontare un libro di Umberto Eco non è semplice: il linguaggio è aulico e ricercato e i riferimenti spesso non sono semplici da comprendere. L’isola del giorno prima non fa eccezione. La trama: Roberto della Grive scampa a un naufragio e trova rifugio sulla Daphne, una nave abbandonata poco al largo di un’isola. Il protagonista trascorrerà il suo tempo scrivendo lettere così che la nave, apparentemente deserta, si popolerà, come un teatro della memoria, di personaggi curiosi. Dal racconto delle vicissitudini del passato, poi, scaturiranno riflessioni scientifiche e filosofiche. Il libro è un po’ ostico, certamente richiede un certo impegno. La nave, poco al largo dell’isola, è immagine della vita stessa: anche se si hanno viveri e compagnie temporanee, il rischio è sempre di rimanere soli e un poco “al largo”. A meno che non si prendano in mano le redini della propria esistenza e non si decida di cambiare rotta.

Se fosse cibo:
Vista l’ambientazione marinaresca, un buon bicchiere di rhum.

Racchiuso in una frase:
[…] Credeva di doversi abituare all’idea, e non aveva ancora capito che alla perdita di un padre è inutile abituarsi, perché non accadrà una seconda volta: tanto vale lasciare la ferita aperta. (p. 72)

Edizione utilizzata:
Umberto ECO, L’isola del giorno prima, Bompiani, Milano 1999

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.itibs.ithoepli.it) nelle bancarelle online dell’usato (www.comprovendolibri.itwww.abebooks.it)

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