Non è semplice definire il libro di W. Paul Young “Il rifugio”: la prima parte sembra quasi un giallo su una bambina scomparsa, un assassinio efferato, un padre inconsolabile. Già però la copertina dell’edizione utilizzata anticipa il colpo di scena: “E se un giorno ricevessi un biglietto firmato da Dio?”. Mack, il padre inconsolabile, decide di fare una pazzia e di rispondere al biglietto di Dio, che lo invita a tornare al rifugio dove sua figlia, la piccola Missy, è stata uccisa.

Convinto di uno scherzo dell’assassino, Mack vuole vendicarsi e porta con sé tutto il proprio odio. A questo punto, il libro si trasforma in una ricerca del proprio “io” attraverso l’intrecciarsi di un rapporto e di una riflessione con Dio. Dal dialogo con Pa, Sarayu e Gesù, Mack ricaverà un insegnamento di vita e di perdono, cambiando punto di vista sul dolore e trasformandolo in una prospettiva di vita. È un libro forte e intenso, che aiuta a comprendere la visione della vita cristiana, senza però essere un trattato di teologia ma parlando direttamente ai cuori. Alcuni passaggi possono risultare lunghi e macchinosi, ma nel complesso è un testo molto interessante per chi vuole riscoprire il fondamento dei valori di fede.
Se fosse cibo:
Una zuppa da gustare attorno a una tavola, in una serata invernale.

Racchiuso in una frase:
“Mack, il fatto che io ricavi il bene dalle tragedie più orribili non significa che io ne sia l’artefice. Non presupporre mai che se io mi servo di qualcosa l’abbia causato io, per raggiungere i miei scopi. Quel tipo di pensiero ti può solo portare a ulteriori pregiudizi nei miei confronti. La Grazia non esiste perché c’è la sofferenza, ma dove c’è sofferenza troverai la Grazia, con infinite sfaccettature e colori.” (p. 246)

Edizione Utilizzata:
W. Paul YOUNG, Il rifugio, BUR, Milano 2012

Dove trovare il libro:
Attualmente è in ristampa. E’ facilmente reperibile su www.comprovendolibri.it nelle bancarelle online dell’usato.

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