“Ij so fugg’n, d’OrtaNouv”. Questa è la battuta interpretata da Flavio Bucci nei panni del missionario Padre Ribaldo, in una celebre scena del film “Com’è dura l’avventura” che vedeva tra i protagonisti anche Lino Banfi e Paolo Villaggio. Eppure in pochi sapevano che l’attore venuto a mancare ieri a 73 anni era originario proprio del centro del foggiano.



Oggi il mondo del cinema italiano rende onore a questo interprete di lungo corso che era ancora in attività, tanté che il prossimo 23 febbraio avrebbe dovuto salire sul palco del Teatro del Loto di Ferrazzano nell’ambito dello spettacolo “E pensare che ero partito bene”. Un titolo che oggi, a poche ore dalla morte, suona quasi come un inaspettato epitaffio.



La morte lo ha colto nella sua abitazione di Passosicuro, vicino Roma, dove è stato stroncato da un infarto. Nato da una famiglia molisano-pugliese originaria di Casacalenda in provincia di Campobasso, e di Orta Nova in provincia di Foggia (dal lato della madre), si formò professionalmente presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino, dopodiché fu chiamato al cinema da Elio Petri, che lo volle come protagonista del suo film La proprietà non è più un furto (1973). Nel corso della sua lunga carriera, oltre che come attore, si è distinto anche come doppiatore e produttore cinematografico.

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