Il tema è stato trattato anche durante l’ultimo bollettino sul Coronavirus dal Capo del Dipartimento di Protezione Civile, Angelo Borrelli. L’epidemia che ha colpito l’Italia rischia di immobilizzare altri servizi di primaria importanza, come ad esempio il grande sistema di sussidiarietà e altruismo che riguarda le donazioni di sangue. I decreti che hanno limitato la socialità e gli spostamenti, infatti, stanno sortendo anche un effetto collaterale tutt’altro che positivo, ovvero il fatto che in molti ospedali italiani le sacche di sangue inizino a scarseggiare.

“La paura del contagio da COVID-19 ha rallentato di molto le donazioni” – spiega a Il Megafono, il presidente dell’AVIS Orta Nova, Domenico Sinisi. “Eppure sia negli ospedali che nelle sedi associative sono state adottate le massime tutele in termini di sicurezza, con la sanificazione dei locali, un triage dedicato e le normative igieniche e comportamentali. Per donare ci si può spostare liberamente, citando espressamente la motivazione nel modulo di autocertificazione. E’ importante continuare a donare perché in un momento di emergenza per il Coronavirus, tutte le altre emergenze non si sono fermate”.

Ad oggi, infatti, dopo quasi due settimane di emergenza, sono tanti gli interventi che sono stati rinviati – laddove possibile – in provincia di Foggia a causa della mancanza di sacche di sangue. Ma c’è una casistica emergenziale che non aspetta la ripresa delle donazioni, come gli interventi post traumatici da incidente e ad esempio le cure per i soggetti talassemici. Mentre tutto questo mondo continua a chiedere, la risposta in Capitanata sta venendo meno, così come in tutta la Puglia. Infatti, secondo una stima dell’Organismo di Coordinamento della rete trasfusionale pugliese si contano almeno 600 sacche di sangue in meno rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.

“Un dato veramente preoccupante” –
commenta Sinisi. “Un dato che ci deve spingere a superare le nostre paure. Per invogliare i nostri donatori a continuare la loro consueta opera di altruismo abbiamo attivato un servizio di donazione su prenotazione che consente di raggiungere la nostra sede ad un orario prestabilito, evitando così gli assembramenti. Ci accordiamo telefonicamente con il donatore e lo facciamo venire in sede per donare. Dobbiamo continuare a far muovere il mondo delle donazioni, a maggior ragione in questo periodo, perché gli ammalati di Coronavirus spesso hanno altre patologie che richiedono delle trasfusioni”.

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