La questione dei rifiuti è tutt’altro che risolta. A lanciare un nuovo allarme è stato Tommaso Sgarro, già consigliere comunale di Cerignola. Alcuni dipendenti della TEKRA, ditta che attualmente gestisce il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti nel Comune ofantino, rischiano di essere demansionati e declassati, per far fronte alla riorganizzazione del servizio di raccolta. Gli ex dipendenti della SIA, reintegrati nella nuova azienda a gennaio dopo il fallimento del progetto consortile, avrebbero ricevuto una comunicazione privata che prevede tale eventualità. La proposta di demansionamento riguarderebbe 7/8 dipendenti ex SIA di Cerignola e non è da escludere che la stessa sorte possa toccare ad altre unità che attualmente prestano servizio negli altri Comuni dell’ARO, quelli dei Cinque Reali Siti che hanno affidato ad altre aziende il servizio in questa fase emergenziale.

“Si stanno venendo a creare le condizioni tali per cui delle figure qualificate, con una categoria da amministrativi dal 6° al 4° livello, possano arrivare a lasciare il posto di lavoro, che magari hanno ottenuto attraverso un concorso pubblico” – afferma a Il Megafono, Tommaso Sgarro. “In merito a questa eventualità abbiamo chiesto immediatamente un incontro ai commissari prefettizi di Cerignola, affinché prendano una posizione netta. Capiamo le esigenze dell’azienda – sottolinea l’ex consigliere comunale – ma la pianta organica della SIA era chiara sin dall’inizio e, con il subentro, la TEKRA ha accettato costi e condizioni che derivavano dalla gestione scellerata del sindaco Metta. Adesso è impensabile cambiare le carte in tavola, soltanto perché Cerignola si è fatta carico delle figure apicali dei quadri amministrativi che furono di SIA”.

Per i dipendenti che hanno ricevuto la comunicazione, dunque, si sta prospettando l’eventualità che lascino gli uffici dove da decenni prestano servizio, per poter essere impiegati nelle procedure di raccolta rifiuti, a fronte di un servizio di differenziata che ancora stenta a partire ma che sarebbe nella programmazione dei prossimi mesi. L’alternativa alla salvaguardia dei livelli occupazionali sarebbe quella di assumere ulteriore personale dedicato solo alla raccolta, eventualità che andrebbe a gravare ulteriormente sul calcolo della TARI dei singoli Comuni. Resta, peraltro, anche l’interrogativo legato ai criteri con i quali potrebbero essere individuati i dipendenti da demansionare e quelli da lasciare alle funzioni originarie.

Oltre alla situazione di Cerignola, anche le altre aziende che gestiscono i servizi negli altri Comuni del medesimo ARO hanno chiesto degli incontri per stabilire con la politica la linea da seguire. Tutte queste modifiche entrerebbero in vigore dal nuovo semestre di gestione in affidamento diretto, dopo la scadenza del primo semestre di contratto post-SIA. Per quanto riguarda la TEKRA a Cerignola, l’accordo semestrale è stato siglato per una cifra di 3,7 milioni di euro e un ribasso del 2,7% sui prezzi stimati. Probabilmente questo importo non basterebbe per coprire il servizio integrato dei rifiuti sul Comune ofantino.

“La problematica è di difficile gestione anche perché, dopo il fallimento della SIA, la Regione non ha preso una posizione netta e non ha imposto un gestore unico di ARO per tutti e sei i Comuni” – afferma Sgarro. “La strategia dell’affidamento del servizio ad aziende tramite indagine di mercato è stata avallata per salvaguardare i lavoratori, al punto che tale criterio sia diventato addirittura una condizione dell’accordo. Adesso è impensabile che possa prospettarsi la stessa situazione che abbiamo scongiurato sei mesi fa. Ci aspettiamo – conclude Sgarro – che l’azienda e i commissari facciano chiarezza”.

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