Quando riapre una chiesa è sempre una gran festa per una comunità, a maggior ragione a Stornara dove la parrocchia di San Rocco è l’unico riferimento per i fedeli. Dopo mesi di lavori, divenuti ormai improcrastinabili a causa delle preoccupazioni sulla tenuta di alcuni elementi architettonici, riapre al culto l’edificio sacro di Stornara e lo fa con una veste nuova e un colpo d’occhio che pare coerente alla sua storia e al contempo innovativo.

La Chiesa, edificata nel 1775, è una della testimonianze di architettura sacra più antiche del territorio dei Cinque Reali Siti e, in virtù di questo, la Diocesi Cerignola – Ascoli Satriano, congiuntamente all’ufficio per i Beni Culturali, ha prestato grande attenzione ai lavori di riqualificazione, nell’obiettivo di preservare questo patrimonio storico di tutti gli stornaresi. Dopo lunghi mesi di chiusura, nella serata del 16 settembre scorso, le impalcature hanno lasciato spazio ad una catechesi che di fatto ha segnato la riapertura dell’edificio sacro. Don Giuseppe Ciarciello ha approfondito il tema della dedicazione dell’altare inteso come “battesimo” della nuova chiesa. Nella serata di giovedì 17 settembre, invece, sono stati presentati i lavori effettuati sulla struttura, alla presenza degli esperti che hanno prestato la loro opera e dei fedeli di Stornara.

I LAVORI STRUTTURALI. In questa occasione è intervenuto il direttore dei lavori, l’architetto Vincenzo Belpiede, che ha sottolineato tutte le difficoltà riscontrate durante il cantiere. L’intervento è stato corposo e, dal punto di vista degli elementi strutturali, ha riguardato soprattutto la messa in sicurezza della copertura, le cui componenti in pietra minacciavano dei crolli. Il tetto è stato ricoperto con una struttura in legno, conforme alle normative di sicurezza e antisismiche. Poi si è proceduto ai risanamenti volti a contenere la formazione dell’umidità e congiuntamente a ciò sono stati riqualificati anche gli impianti termici, elettrici e acustici. Di impatto sono gli interventi di risanamento della facciata, del campanile e delle pareti esterne laterali. Lavori che continueranno all’interno per preservare le cupole e alcuni elementi decorativi più antichi.

GLI ELEMENTI LITURGICI. Nessun particolare è stato lasciato al caso per quanto riguarda gli elementi liturgici posti all’interno della Chiesa. L’artista Pietro Zagaria ha puntato fortemente su un simbolismo religioso che fosse quanto più conforme alle Sacre Scritture e al contesto in cui sono avvenuti i lavori. Così come ha spiegato il direttore dei poli liturgici, l’architetto Vincenzo Camorcia, la figura centrale è il Cristo, l’agnello di Dio il cui sacrificio è raffigurato sull’altare, con la bandiera simbolo di vittoria che lascia presagire la resurrezione e il sangue che sgorga in direzione dei fedeli. Il lungo percorso verso il compimento delle sacre scritture si evince dal pavimento che all’ingresso ha una conchiglia a sei spicchi (sei, numero dell’incompiuto), mentre ai piedi dell’altare presenta sette spicchi (sette, numero della pienezza, da ricercare nel Cristo). Particolare è anche il tabernacolo incastonato all’interno della raffigurazione delle Nozze di Cana, con Maria che di fatto è il primo tabernacolo, portando in sé il Cristo.

VERSO UNA PUBBLICAZIONE. Dopo l’intervento introduttivo di Don Ignazio Pedone, direttore dell’Ufficio dei Beni Artistici della Diocesi, è intervenuto il parroco della rinata chiesa di Stornara, Don Tonino Mottola, il quale ha notiziato di un importante progetto a cui sta lavorando. Già durante la quarantena il parroco ha iniziato a scrivere una sorta di almanacco storico della Chiesa di San Rocco che in appendice avrà i nomi dei benefattori che hanno donato nelle varie epoche, i nomi dei sacerdoti che si sono susseguiti e chiaramente una parte descrittiva sugli ultimi lavori eseguiti in Chiesa.

LE PAROLE DEL VESCOVO. Dopo aver presieduto alla dedicazione dell’altare della parrocchia del SS. Crocifisso ad Orta Nova, Monsignor Luigi Renna è pronto a benedire anche la nuova chiesa di San Rocco a Stornara, al termine dei lavori. Sua Eccellenza ha sottolineato l’importanza delle scelte compiute durante il cantiere: “E’ stato fatto un lavoro importante che ha messo insieme l’antico e il nuovo, senza forzature” – ha dichiarato il Pastore Diocesano. “Mi sono sempre raccomandato, in queste occasioni, nel fatto che a prevalere non siano i gusti dei singoli, ma che piuttosto prevalgano le linee guide della CEI. Abbiamo bisogno di luoghi che esprimano il senso del bello, perché il bello porta a Cristo. Mi auguro che questo luogo e questi lavori siano spiegati e mostrati anche ai più giovani, perché avranno il privilegio di avere più bellezza nel loro paese. Chiedo che questa chiesa sia lasciata alla sua nobile sobrietà, senza orpelli di scarsa fattura”. Il Vescovo ha annunciato che regalerà due candelieri di ottone risalenti al ‘700 e un turibolo fatto fare da un artigiano da utilizzare nelle occasioni più importanti. Nella serata del 18 settembre, alle ore 19, è prevista la Santa Messa per la dedicazione dell’altare.

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