Diffondiamo integralmente il messaggio di Natale del Vescovo della Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano, Monsignor Luigi Renna.

Carissimi,
questo tempo caratterizzato da una giusta prudenza, che ci deve animare per salvare dal Covid-19 il maggior numero di persone, è reso più cupo dalla paura del futuro e dalla tristezza per la perdita di qualche persona cara. Perciò il mio augurio vuole essere l’eco dell’annuncio degli angeli ai pastori nella notte di Natale: “Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi è nato per noi un Salvatore, che è Cristo Signore!” (Lc 2,10).

È quindi l’annuncio di una Presenza che da quell’“oggi” di più di duemila anni fa, non ha più abbandonato l’umanità: il Figlio di Dio fatto uomo. Il mio augurio si unisce alla vicinanza orante a chi è malato, a chi sta piangendo un amico o un parente deceduto, a chi fa fatica a sorridere, a credere e a sperare. Non dobbiamo temere! Lo stesso invito alla fiducia, leggiamo nei Vangeli, lo riceve San Giuseppe, chiamato a fidarsi dei progetti di Dio: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa” (Mt 1,20). Anche a Maria il messaggero di Dio sussurra: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1,30).

Quel “Non temere” irrompa come un raggio di luce nelle fitte tenebre del mondo e fughi ogni paura! È una cosa terribile la paura, perché blocca le mani che non riescono più ad abbracciare, i piedi che non ardiscono più di camminare, gli occhi che non scorgono un orizzonte: “La paura, principio di ogni fuga, è il contrario della fede” (Ermes Ronchi). Ma è il contrario anche della speranza, della carità, della fiducia nell’altro. La prudenza per evitare il contagio da Covid non può essere unita alla paura, ma al coraggio e alla forza di resistere all’impatto di questo momento difficile.

Il Natale arriva per annunciarci una verità valida per ogni giorno dell’anno: “Oggi è nato per noi un Salvatore!” è il motivo grande per non temere, perché questo Dio non ci fa fuggire dalla storia e dalla responsabilità, ma si “tuffa” nella nostra umanità, e ci invita ad andare oltre le nostre piccole visioni ristrette, ci rassicura che Dio è premuroso verso i suoi figli, tutti “amati dal Signore”, e ci fa incamminare su una strada che porta alla luce. Maria, Giuseppe, Zaccaria e i pastori, tutti, dopo aver ricevuto quell’annuncio, notatelo, “si mettono in cammino”: Maria va incontro a sua cugina Elisabetta, Giuseppe va da Maria per prenderla come sposa, Zaccaria da sua moglie e la rende madre, i pastori vanno a Betlemme e adorano il Bambino avvolto in fasce, deposto in una mangiatoia.

Che non sia proprio quel “Non temere!” a rimetterci in cammino? Per questo vi invito a:

Pregare. Sì! Ad un Dio che ci rassicura si dice “Grazie”; si dice: “Mi fido di te!” Pregate in famiglia, da soli, amate quel silenzio riempito della presenza di Dio, e quel “Non temete!” invaderà pacificamente ogni angolo buio del cuore!
Curare e non abbandonare. Mi ha fatto specie qualche giorno fa una persona che mi ha detto di sentirsi abbandonata, invisibile agli altri, tristissima. Mi ha fatto fare un esame di coscienza. Prendiamoci cura: il “Non temere” che sentiamo da Dio, divenga come una “valanga d’amore” che travolge tutti con la carità. Curare le relazioni, curare chi è solo, curare chi non è curato!
Essere prudenti e sentirsi responsabili della salute degli altri. Evitare il contagio è un atto d’amore gradito a Dio e all’umanità.
Condividere: non qualcosa, ma la vita, con i suoi pensieri, le sue risorse, i suoi slanci. Dico a voi, cari ragazzi e giovani, avete pensato tra i regali da fare, anche un dono per una persona sola, povera, emarginata, magari anche sconosciuta? Provate a condividere! Diventate gli “artigiani della fiducia nel futuro”. E vi sentirete più felici!

Quest’anno il Natale sarà più sobrio e perciò vi invito ad evitare un grande spreco, che anche, a mio parere, è una pessima usanza per la notte di Natale: quella degli spari e dei botti. La notte Santa deve risuonare di fede e gioia familiare, non di inutile fracasso.

Scriveva don Tonino Bello nel 1992, mentre era molto malato: “Chissà quanta gente ha paura non soltanto del domani, ma anche dell’oggi: paura della malattia, paura della miseria, paura del lavoro che non si trova, paura per i figli, paura dei pericoli. Quante paure!… Non abbiate paura! se la paura bussa alla tua porta, manda ad aprire la tua fede, la tua speranza, la tua carità, ti accorgerai che fuori non c’è nessuno” (Don Tonino Bello).

Comunicato Stampa
Diocesi Cerignola – Ascoli Satriano



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