“La croce della sofferenza, che stanno vivendo molte famiglie che hanno perso una persona cara oppure sono segnate dalla malattia o dalla crisi economica, ci farà sentire che il Signore non ci abbandona proprio nel momento della tribolazione: il cireneo aiutò Gesù sulla via del Calvario a portare la croce, ma oggi è Lui, il Signore stesso che aiuta ciascuno di noi a portare i nostri pesi con coraggio e speranza verso un tempo di risurrezione… Vi invito anche quest’anno ad allestire il PRESEPE PASQUALE… Ogni giorno fermiamoci in preghiera davanti a questo segno, che ci ha fatto compagnia durante la scorsa Quaresima.” (Mons. Luigi Renna, Lettera per la Quaresima 2021)

Presepe pasquale, una tradizione antica da riscoprire in ricordo delle vittime del COVID di Carapelle. Il presepe pasquale può essere visitato, gratuitamente, tutti i giorni della settimana presso la Chiesa della BVM del Rosario di Carapelle. (Orari di visita: 9.30-12.00, 17.00-20.00) Si ringrazia l’artista presepiale Romeo Dragano per la realizzazione e per il dono fatto alla chiesa di Carapelle.

I due presepi, natalizio e pasquale, condividono la stessa origine, ovvero la necessità di rendere visibili e comprensibili agli occhi della maggior parte delle persone, uomini del popolo e contadini, incapaci di leggere e comprendere appieno le Sacre Scritture, gli avvenimenti sacri e le vicende legate alla vita e alla morte di Gesù. Un tipo di devozione popolare, dunque, che ci riporta alle sacre rappresentazioni e prima ancora alle laude drammatiche, già diffuse nel nostro paese nel XIV secolo, veri e propri spettacoli teatrali di argomento religioso allestiti per raccontare alla gente comune, che non conosceva il latino, episodi della vita di Gesù o della Madonna, e altre storie edificanti.

Questo tipo di rappresentazioni aveva anche il vantaggio di coinvolgere tutti coloro che vi assistevano, facendo leva sulla spiritualità e sulla pietas popolare. Ricordiamo che lo stesso presepe natalizio nasce come presepe vivente, con questa finalità didascalica e di diffusione di verità altrimenti destinate a rimanere appannaggio dei pochi dotti. E, come successivamente all’introduzione del presepe vivente, artigiani e artisti iniziarono a modellare statuine che rappresentavano la Natività, fino a dare vita alla tradizione presepiale italiana che tutti conosciamo, è presumibile che allo stesso modo abbiano iniziato a ricreare scene della Passione e della morte di Gesù, dall’ultima cena, alla meditazione nell’orto del Getsemani, al giudizio di Pilato, fino alla crocifissione, alla sepoltura e alla risurrezione.

Comunicato Stampa
Diocesi Cerignola – Ascoli Satriano

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