Mare, memoria, esoticità, vita vissuta: questi gli ingredienti di uno dei più acclamati successi della letteratura internazionale del Novecento. Opera del pluripremiato scrittore brasiliano Jorge Amado, “Mar Morto” è ambientato all’inizio del ventesimo secolo e racconta di Guma, barcaiolo di Bahia, della sua vita, delle sue avventure e della sua morte. Il romanzo di Amado è un racconto di mare, sulle note dei leggendari canti marinareschi, in un ambiente intriso di miseria, violenza, povertà, superstizioni. Guma diventa, con il procedere della storia, quasi co-protagonista insieme al mare stesso, primo e vero protagonista. Deificato, adorato, rispettato, temuto, il mare è lì, sempre presente, a dare ritmo alla melodia dei racconti. La religione Candonblé e le superstizioni chiudono il quadro di un testo di non sempre agile lettura, ma che nel suo realismo tocca il cuore. Da leggere, cullati dal rumore delle onde del mare in una giornata uggiosa.

Se fosse un cibo:
Acarajé: piatto tipico della cucina afro-brasiliana, è composto da una pasta di fagioli dell’occhio, con cipolla e sale, fritta nell’olio.

Racchiuso in una frase:
“Tu sei bella, e sei una bambina. Perché stai qui [in questo bordello]?” Gridava e non sapeva perché. “Non hai niente da fare qui. Si vede da lontano che non sei di qui.” Lei si copriva ancor più col lenzuolo. Tremava come se avesse freddo, come se l’avessero frustata. Guma si pentì di aver gridato. “Non hai niente da fare qui. Perché non te ne vai via?” La sua voce era affettuosa come quella di un figlio quando parla della madre. Le diceva tutto ciò che avrebbe voluto dire a sua madre. “Dove? Quando uno finisce qua dentro è come se affondasse in una palude. Non c’è albero a cui attaccarsi. Solo canne ci sono…” (p. 93)

Edizione utilizzata:
Jorge AMADO, Mar Morto, San Paolo – Famiglia Cristiana, Alba (CN) 1998.

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile nelle bancarelle dell’usato e sul sito ibs.it



NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO