Si stima che in Italia vi siano in un anno 377.000 nuove diagnosi di tumore, circa 195.000 fra gli uomini e circa 182.000 fra le donne. Nel corso della vita circa un uomo su 2 e una donna su 3 si ammalerà di tumore. Le percentuali aumentano drammaticamente quando si parla di sud Italia, a maggior ragione di Puglia e di Capitanata, come naturale conseguenza di tante problematiche che affliggono il territorio.

Ecco perché ha assunto molta importanza l’appuntamento di Orta Nova, dal titolo “La mia salute non può più aspettare”, tenutosi in piazza Ex Gesuitico nell’ambito della XIII edizione della settimana della cultura. Si è parlato soprattutto dell’importanza della prevenzione e di tutta quella rete di associazioni di volontariato che si occupa di assistere i pazienti oncologici sotto vari profili e, in alcuni casi, di colmare le mancanze del Sistema Sanitario Nazionale. Alla presenza del sindaco di Orta Nova Domenico Lasorsa, di Annito di Pietro de L’Ortese e dell’assessore al welfare della Regione Puglia, Rosa Barone, hanno portato la loro testimonianza i portavoce delle associazioni “L’albero della vita” Onlus, Gama Oncologico Associazione Onlus, Andos Foggia e Avis di Orta Nova. Il medico di famiglia Marcello Menga ha introdotto e moderato il dibattito che ha visto anche l’intervento di Francesco Pazienza, segretario regionale dello SMI (sindacato dei medici italiani).

Tutti i convenuti hanno concordato sull’importanza dell’operato delle associazioni che andrebbero incoraggiate anche dal punto di vista istituzionale, visto l’ampio campionario di azioni positive che mettono in campo per aiutare gli ammalati. A queste richieste ha risposto l’assessore Rosa Barone che ha presentato le intenzioni della Giunta Regionale. “Stiamo lanciando il bando Puglia Capitale Sociale 3.0 che consentirà alle associazione di avere delle risorse per dare linfa nuova al loro meritorio operato” – spiega l’assessore regionale. “Con il mio assessorato stiamo lavorando a qualcosa di innovativo, in particolare c’è tanto da fare sul tema dell’autismo, del ‘dopo di noi’ e del budget di salute. Quest’ultimo punto programmatico consiste nel rivedere l’aspetto della sanità territoriale, creando una valida alternativa alle forme di cura ospedaliere. Incentivare le cure domestiche intaccherà sicuramente qualche lobby, ma è un passaggio che va fatto soprattutto per dare maggiore vicinanza ad ammalati che non vogliono abbandonare il loro contesto abitativo”.

In qualità di medico, anche il sindaco di Orta Nova ha sottolineato l’importanza di una rete che faccia prevenzione attiva sul territorio, al fine di poter iniziare in tempo le cure necessarie per i tumori. “Dobbiamo prendere maggiore consapevolezza di quali siano le armi per combattere la patologia tumorale” – ha affermato il sindaco. “Una delle armi più importanti è la prevenzione, in quanto evita che possano manifestarsi le malattie nello stato grave ed evita l’utilizzo di farmaci debilitanti per l’organismo. La prevenzione primaria si fa adottando comportamenti sani dalla giovane età”. Ma quando la malattia è diagnosticata non si può più parlare di prevenzione, ma si deve parlare di cure. Su questo diventa necessario l’apporto delle autorità competenti in materia di sanità ma anche delle associazioni di volontariato. Quelle presenti ad Orta Nova sono tutte a vario titolo impegnate nel non lasciare sole queste persone, dopo la diagnosi.

A Foggia da 12 anni è presente l’ANDOS che si occupa di accompagnare nel percorso riabilitativo le donne con un tumore al seno, una malattia che spesso può portare a delle soluzioni invalidanti dal punto di vista della salute e dal punto di vista estetico. La dottoressa Elisabetta Valleria – portavoce di Andos Foggia – dal palco ha proposto l’istituzione di percorsi riabilitativi gratuiti per tutte le donne che riscontrano una malattia di questo tipo nel corso della loro vita. Ha fatto seguito a questo discorso la dott.ssa Raffaella Francavilla di Gama Onlus, associazione che si occupa di affiancare dal punto di vista psicologico i malati oncologici, “in quanto spesso risulta essere uno dei fattori più penalizzanti della malattia stessa”. Il dottor Giovanni D’Errico, oncologo e rappresentante de L’albero della vita ONLUS, ha ribadito il fatto che dal cancro si possa guarire ma è necessario che siano implementati gli screening sui territori, per avere un quadro più chiaro e per continuare a combattere questa vera e propria guerra con tempi e strumenti giusti.



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