Per Alfonso Palomba è come vedere un figlio che va male a scuola. Da fondatore, all’epoca dell’esperienza da sindaco di Carapelle, ed ispiratore ideologico, oggi commenta con amarezza lo stato di immobilismo dell’ente sovracomunale dell’Unione dei Cinque Reali Siti. Sul tema, l’ex dirigente scolastico ha una lunga trattazione letteraria, per anni ha individuato i punti deboli e i punti di forza di un coordinamento di Comuni che a distanza di 13 anni dalla sua fondazione non ha ancora trovato un perché, lacerato da divisioni e impantanato nell’immobilismo.

L’ultima strigliata di Palomba è contenuta all’interno di una lettera che quest’ultimo ha fatto recapitare ai sindaci dell’Unione dei Cinque Reali Siti. La missiva è stata affidata alla rivista “Pianeta Culturale” che l’ha pubblicata integralmente. In queste pagine l’ex sindaco di Carapelle parla di un bivio storico, di un momento in cui bisogna decidere da che parte stare. Si rivolge direttamente ai sindaci e alle amministrazioni di Carapelle, Orta Nova, Stornara, Stornarella e Ordona che sono i centri che compongono l’Unione. “Da sempre sono persuaso che la politica si riduca a ben poca cosa se priva di idee forti e di visioni che vanno al di là del contingente” – spiega Palomba, nel suo scritto. “Per questa ragione io credo che l’Unione debba cambiare strada, se non vuole spegnersi nell’opacità del suo modo di pensare: deve scegliere di mettere in campo un’efficace azione trasformatrice della sua funzione sul territorio oppure scivolare verso il deserto di un’opaca esistenza amministrativa, se non addirittura verso la sua totale nullificazione”.

Secondo Palomba sono tre gli imperativi da cui partire: non lamentarsi continuamente del passato nelle assisi sovracomunali, reintrodurre il concetto di fiducia reciproca tra i vari Comuni che compongono l’Unione, in ultimo cambiare tattica e strategia rispetto alle finalità da perseguire. “Per dirla fuori dai denti – sottolinea Palomba – nel momento di assegnare a qualcuno un seggio in seno al Consiglio dell’Unione è opportuno che si faccia più attenzione alla qualità delle idee, delle proposte, delle capacità e delle attitudini dei candidati”.



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