L’indignazione è il sentimento principale che scaturisce dagli ultimi fatti avvenuti in Piazza Mario Frasca ad Orta Nova. Nell’area intitolata alla memoria del soldato ortese caduto in Afghanistan – di cui a giorni ricorre il decimo anniversario dalla morte – ignoti hanno riversato degli escrementi sui muri delle palazzine. La foto dell’accaduto è stata mostrata dal consigliere comunale di maggioranza Alfredo Coppola che si è detto contrariato per l’accaduto.

“Questo ho sempre odiato nella vita: la maleducazione, la violenza, la sporcizia” – afferma l’esponente della maggioranza del sindaco Domenico Lasorsa. “Purtroppo mi rendo conto che sono diventate nostre compagne inseparabili, stamattina abbiamo trovato la parete di una palazzina in piazza Frasca cosparsa di escrementi. Non trovo il termine adatto per definire queste bestie schifose”:

Gli abitanti della zona da tempo denunciano l’incuria e il degrado. A giugno del 2020 i residenti hanno sporto denuncia contro ignoti all’indomani del danneggiamento di alcuni elementi in muratura che ricoprono le tubazioni idriche. A più riprese sono stati danneggiati anche i pali della luce installati sulla piazza e, a tal proposito, l’Associazione ONLUS Mario Frasca, dalla voce di Vincenzo Frasca, ha richiesto all’Amministrazione Comunale un tavolo tecnico per prospettare insieme le azioni necessarie.

“Nelle ultime interviste l’assessore Dora Pelullo affermava che piazza Frasca fosse una delle piazze più pulite della città, purtroppo gli ultimi fatti l’hanno smentita” – afferma a Il Megafono, Vincenzo Frasca. “Crediamo che l’unica soluzione per garantire il decoro sia l’installazione di telecamere di videosorveglianza, alla stregua di quanto già accaduto in altre zone della città. Purtroppo il tema del vandalismo riguarda in linea generale tutte le aree pubbliche della nostra città, ma nello specifico è dalla sua costruzione che Piazza Frasca lamenta una mancanza di interesse degli amministratori che si sono avvicendati. Oggi ancora una volta siamo rimasti indignati di fronte all’ultimo gesto deprecabile che oltraggia anche la memoria di un caduto”.



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