I nodi da sciogliere sul tema dei rifiuti a Cerignola sono tanti. E Francesco Bonito, neoletto sindaco, ha già avuto modo di accorgersene. Stando a quanto si apprende, infatti, la Tekra (azienda che si occupa del ritiro e smaltimento dei rifiuti) non avrebbe rinnovato i contratti di 11 dipendenti che adesso rischiano seriamente di perdere il lavoro. Il nuovo primo cittadino, insieme ad alcuni esponenti della nuova maggioranza, ha voluto vederci chiaro e quindi ha convocato i vertici dell’azienda per prospettare una soluzione.

Come si è arrivati a questo punto? La crisi dei rifiuti a Cerignola

La questione ha origini ormai datate. Risale a quando la SIA (azienda consorziata di proprietà del Comune dei Cerignola e dei Comuni dei Cinque Reali Siti) ha consegnato i libri contabili in Tribunale, aprendo una fase di crisi che ha trovato una soluzione soltanto attraverso il singolo affidamento per ordinanza ad aziende terze. Da ciò si è aperto il lungo capitolo della clausola di integrazione sociale che ha consentito agli ex dipendenti SIA di essere integrati negli organici delle nuove aziende operanti sul territorio. Aziende che, sin da subito, hanno sottolineato la presenza di organico già in esubero.

Anche Tommaso Sgarro vuole vederci chiaro

A detta degli esponenti della nuova maggioranza il personale servirebbe soprattutto per rendere più funzionale la raccolta differenziata che, in alcune zone della città di Cerignola, stenta a decollare, sia per la mancata adesione dei cittadini, sia per le difficoltà nella raccolta e nell’individuazione dei comportamenti scorretti. Su questo, dopo averne fatto un punto caratterizzante della sua campagna elettorale, è intervenuto anche Tommaso Sgarro, già candidato sindaco e oggi vicinissimo ad un ingresso in maggioranza. Il servizio migliora se si tutelano i lavoratori e si incrementa il personale” – sottolinea Sgarro. “Non è più il tempo per ottimizzare i guadagni e socializzare le perdite. Da qui si deve ripartire nell’interesse delle cerignolane e dei cerignolani, e a garanzia di chi lavora”.

FONTE: L’IMMEDIATO



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