Sono tutte estremamente commosse le reazioni che vengono da Stornara, dopo l’incendio nel ghetto che ha causato la morte di due bambini. Dopo aver appreso la vicenda è intervenuto il sindaco, Rocco Calamita, che ha riferito delle numerose segnalazioni che l’amministrazione comunale avrebbe fatto in merito alle emergenze abitative registrate in quell’area.

Oggi ho il triste, ingrato compito di portare a conoscenza di tutta la comunità di Stornara il tragico evento verificatosi nel campo rom” – afferma il primo cittadino. “Mai avrei pensato e voluto affrontare una situazione così dolorosa. Nel rogo verificatosi questa mattina hanno trovato la morte due bambini. Difficile trovare le parole per esprimere il dolore mio, dell’intera amministrazione e di tutta la popolazione di Stornara. Nè mi dà conforto o lenisce il dolore, il fatto che questa amministrazione avesse in più occasioni segnalato e portato a conoscenza a tutte le Autorità competenti la situazione drammatica anche sotto il profilo sanitario del campo rom.

“Simili eventi non dovrebbero verificarsi” – aggiunge Rocco Calamita – “anche perché troppo spesso a pagarne le conseguenze sono gli unici realmente non colpevoli. Spero che la politica nazionale affronti e risolva questo fenomeno tragico che ormai non ha più confini e interessa tanto la nostra comunità, quanto quella foggiana, pugliese, nazionale e internazionale. Vi è l’impegno di questo Sindaco e della intera amministrazione comunale a fare quanto possibile per sostenere la famiglia colpita da questo evento. È il momento che le parole lascino spazio ai fatti nella speranza che simili tragedie non abbiano a ripetersi”.

Anche la sezione ARCI Travel di Stornara ha inviato una nota sull’accaduto. “L’ennesima tragedia annunciata” – scrivono dall’associazione. “Una notizia davvero devastante quella della tragedia di oggi. Non ci sono parole per descrivere la rabbia e l’amarezza. Dobbiamo chiederci se abbiamo fatto abbastanza, per aiutare chi vive ai margini delle nostre periferie. Non ci sono più lacrime, non possiamo più girare la testa dall’altra parte”.



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