Spesso quando si incontra un potentino e gli si chiede un parere sulla sua città ci si sente rispondere: “Potenza? Ma è brutta, non vale la pena vederla!”. Effettivamente, quando un viaggiatore si approccia per la prima volta con il capoluogo lucano l’impressione non è delle migliori. Eppure, come dentro una brutta cassaforte, tolta l’apparenza, Potenza dona al visitatore e a chi vi abita tante occasioni e luoghi da vivere e visitare. “La storia di Potenza” a cura di Alessandra Accardo vuole sfatare il mito della città brutta e senza storia, donando al lettore un quadro che, dalla preistoria ai giorni nostri, racconta un pezzo del Sud Italia (quasi) dimenticato. Tra una villa romana, un ponte degli anni ’70 che è patrimonio Unesco (il Ponte Musmeci), le storie del brigante Crocco e del democristiano Colombo, la città, che per prima in Italia si ribellò ai Borbone nel 1860, offre al turista più di un pretesto per una visita. Lo stesso san Gerardo Vescovo, figura che troneggia sulla copertina di questo libro, è una figura leggendaria: vissuto nel 12° secolo, avrebbe salvato il territorio dai turchi. Una lettura utile per scoprire la storia di una città, di un territorio, per una gita fuori porta più consapevole. Una bella sorpresa!

Se fosse cibo:
Strascinati con maiale e peperone crusco: cosa volere di più?

Racchiuso in una frase:
Ma Potenza ama nascondersi. Lo fa da sempre. Le sue storie sono ricche di bellezza, di umanità e coraggio ma quasi mai sono esibite. Parlano di miracoli, di santi, di rinascite inaspettate e di nuovi corsi. Potenza non è una città muta. È una città curiosa, viva e brulicante che condivide e che parla. Per amarla non occorre che mettersi in ascolto. (p. 187)

Edizione utilizzata:
Alessandra ACCARDO (a cura di), La storia di Potenza, typimedia, Roma 2021.

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile, in formato cartaceo e digitale, nelle maggiori librerie online (ibs.ithoepli.itmondadoristore.it)



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