A Cerignola lo ius sol diventa realtà: tutti i minori stranieri che abbiano concluso un ciclo scolastico o un percorso professionale, e che siano nati da una famiglia regolarmente residente nel Comune di Cerignola, saranno insigniti della cittadinanza onoraria. È questo quanto ha deliberato a maggioranza il consiglio comunale di Cerignola, nella seduta odierna, approvando la proposta del vicesindaco e assessore ai servizi sociali Maria Dibisceglia.

“Con la delibera di oggi – commenta Dibisceglia- istituiamo un apposito regolamento per la cittadinanza onoraria per tutti i minori stranieri residenti a Cerignola, nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti o nati all’estero, ma che abbiano completato almeno un ciclo scolastico o un percorso di formazione professionale in istituti appartenenti al sistema educativo di istruzione di formazione italiano, come speciale forma di riconoscimento del loro ruolo di coesione tra popoli e culture diverse e per affermare pienamente le libertà fondamentali delle persone”.

“Vogliamo che i ragazzi che frequentano le nostre scuole si sentano a tutti gli effetti cittadini cerignolani. È un atto politico e di civiltà- rimarca il vicesindaco- soprattutto ora, in un momento in cui il governo nazionale fa il pugno duro sul tema dei migranti, lasciando in mare centinaia di uomini donne e bambini che cercano accoglienza”.

“Cerignola oggi riconosce il principio dello ius soli come mezzo di acquisizione della cittadinanza onoraria affermando con forza il principio costituzionale di uguaglianza perché – spiega il sindaco Francesco Bonito- tra i nostri obiettivi programmatici vi è quello dell’eliminazione di ogni forma di discriminazione, garantendo così ai bambini e ai ragazzi la possibilità di vivere in una città capace di annullare ogni stupido pregiudizio riguardante la religione, l’etnia o convincimento personale”.
“Cerignola è da sempre terra di diritti ed è in questo solco che – conclude il primo cittadino- si inserisce questa delibera che insegue e fa concretamente suo il diritto all’uguaglianza. Chiediamo pertanto alle Istituzioni nazionali di tornare a parlare di una riforma che non può essere affrontata attraverso twitt o tramite slogan. La migrazione di massa è un fenomeno epocale con cui dover fare i conti in maniera seria, programmatica, a partire dagli enti locali. Per questo invito i miei colleghi sindaci ad accogliere il nostro deliberato e farlo proprio, per accelerare un percorso che altrimenti sarebbe ingabbiato tra mura ideologiche”

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