“A seguire dietro un piatto di spaghetti al pomodoro c’è il lavoro di migliaia braccianti agricoli, che vivono in baracche senza acqua, né luce e riscaldamento. La loro condizione di irregolari crea dipendenza dai caporali che speculano sulla paga già bassa e sui trasporti. Per superare questa situazione negli anni sono stati stanziati milioni di euro su progetti ancora in corso, sia per lo smantellamento delle baraccopoli, che per creazione di moduli, container provvisori affiancati da progetti di formazione e inclusione, gestiti da associazioni e volontari”. Descrive così Report, nella puntata andata in onda il 30 gennaio, la situazione presente in Puglia dove proliferano “migranti” in cerca di lavoro ma che finiscono per essere abbandonati nei ghetti dove la parola d’ordine diventa “sopravvivenza”.

Eppure i soldi non mancano, soprattutto dal PNRR che offre risorse – e quindi progetti – per ridare a queste persone dignità e una nuova speranza di vita. A frenare il tutto, però, c’è la burocrazia che crea lungaggini, soprattutto per avere i documenti. Risultato: la situazione non migliora. Nel ghetto di Stornara lo scorso anno morirono 2 bambini per un incendio e ci vivono in 300, per la maggior parte braccianti bulgari senza documenti. Per loro, non arriverà un euro dal PNRR. Situazione diversa a Carapelle dove per 10 migranti arriveranno un milione e 100mila euro per Uffici informativi, pullmino e 10 biciclette elettriche per i migranti che andranno e torneranno dai campi. Necessario un censimento più ampio dei migranti, con una mappatura che aiuti a individuare le situazioni che richiedono maggior aiuto.

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