Grido d’allarme delle segreterie generali  di SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL –  UGL Carta e Stampa di Foggia riguardo al rischio di perdita di posti di lavoro all’IPZS di Foggia. Di seguito il comunicato stampa:

“Con rammarico evidenziamo che da diverso tempo l’azienda IPZS ha interrotto le relazioni sindacali, venendo meno al rispetto degli accordi vigenti e delle norme contrattuali contemplati nel CCNL Grafici, costringendo le RSU e RLS dello stabilimento foggiano ad aprire una procedura di raffreddamento presso l’associazione degli industriali, prima di indire un assemblea con conseguente sciopero, per una serie di motivazioni: mancate differenze paga, mancato accordo sugli ‘organici di macchina’ e conseguente mancanza di inquadramenti professionali, scelte unilaterali su politiche salariali, quando invece c’era un accordo tra le parti a livello nazionale di trovare soluzioni condivise. Una   questione che ci preoccupa e non poco, è quella delle politiche salariali che si deve integrare insieme al tema delle  “Performance” per gli operai, argomento al quale il sindacato   crede fermamente. Su questi temi siamo convinti sia arrivato il momento di definire regole e modalità chiare a tutti sia per gli inquadramenti professionali e non da meno, per la definizione dei “superminimi” così da eliminare disparità tra lavoratori, ristabilire le corrette regole del CCNL, sgomberare definitivamente il campo da sospetti che oggi, nel nostro stabilimento, questo parametro, venga costruito da fattori differenti, da quelle che sono le capacità professionali dei lavoratori. Condanniamo con forza il percorso aziendale unilaterale ed arrogante intrapreso nei giorni scorsi dai vertici aziendali che hanno riconosciuto ad alcuni lavoratori in alcune attività produttive dei premi salariali senza precisare le motivazioni. E’ del tutto evidente che siamo contenti per il riconoscimento dato a questi lavoratori, non discutiamo il merito ma contestiamo senza dubbio le modalità. Riteniamo necessario, anzi indispensabile capire le regole per cui vengono dati  questi premi economici,  non vorremmo che il tutto si riduca  a sterili “contentini per pochi eletti .Siamo sempre più convinti che questo atteggiamento aziendale, ormai chiaro e consolidato, atto a “metter da parte il Sindacato” così da aver campo libero per ogni eventuale azione , è altamente destabilizzante,  per l’Azienda , per il lavoro e soprattutto,  purtroppo, anche per la garanzia occupazionale oltre la dignità dei singoli lavoratori. La presentazione del nuovo Piano industriale, la prospettiva della riorganizzazione del ‘business aziendale’, la conferma dei livelli occupazionali con incremento graduale di nuovi profili professionali, le efficaci risorse di investimento con oltre 70 milioni di Euro investiti  nel triennio appena trascorso  per la creazione di nuove opportunità produttive, (nascita della società in House tra  IPZS  e  Banca di Italia destinata a realizzare carte filigranate di alto livello, con elementi olografici di sicurezza e anticontraffazione per la produzione di banconote e di documenti di riconoscimento, in particolare passaporti), i bilanci positivi degli ultimi anni e una consolidata situazione finanziaria – patrimoniale hanno segnato un significativo processo di ammodernamento della cartiera di Foggia, che sicuramente è il risultato caratterizzato da una seria e forte politica di concertazione sindacale. Come organizzazioni sindacali, però, siamo costretti a rilevare che quanto enunciato non trova realizzazione pratica e che il tutto non segue la strada di un chiaro percorso aziendale propedeutico al rilancio di tutta la ‘macchina poligrafico’.

Eravamo convinti che fosse arrivato il momento di un vero consolidamento e di un rafforzamento delle produzioni, ma nulla di tutto questo è avvenuto e vediamo un azienda sempre più orientata alla digitalizzazione dei suoi prodotti. Anzi. Con rammarico e con grande preoccupazione dobbiamo evidenziare che lo stabilimento dauno sta attraversando un momento di forte crisi produttiva, come quella vissuta negli anni 2000, proprio quando furono fatti gli investimenti più corposi.  Non vorremmo che nello stabilimento foggiano sia stata eretta l’ennesima cattedrale nel deserto, che porterà gradualmente ed inesauribilmente alla chiusura di alcuni reparti produttivi con conseguente diminuzioni del personale. Siamo davvero preoccupati che la situazione attuale possa portare ad una perdita di posti di lavoro. Non a caso oggi all’interno dello stabilimento si vive una situazione di precariato cronico, si assume personale in somministrazione che viene formato, è in grado di condurre più macchine produttive, ma che dopo oltre un anno ancora non viene stabilizzato, senza un motivo logico e chiaro. Si assume personale per gli stabilimenti romani e dopo qualche mese i dipendenti assunti vengono trasferiti a Foggia con un contratto a tempo determinato di pochi mesi, senza prospettive per il loro futuro. Eppure il nostro stabilimento non ha lavorazioni stagionali. Allora, ci chiediamo: perché un’azienda come l’IPZS deve fare ricorso a contratti di lavoro che creano solo precariato e ledono soprattutto l’immagine stessa dell’IPZS?”

Le organizzazioni sindacali chiedono un adeguamento immediato, non più rimandabile, degli organici per far fronte alle esigenze produttive, un adeguamento che non può e non deve avvenire attraverso assunzioni di giovani con contratto a termine in somministrazione, tipologie di assunzioni che, pur avendole per necessità accettate, non sono state mai condivise da noi”.

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