Nell’ambito dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio di Padova, titolare dell’omonima parrocchia a Cerignola guidata da mons. Carmine Ladogana, il 6 giugno 2023, alle ore 20, la comunità incontrerà la dott.ssa Agnese Moro, figlia dello statista Aldo, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978.

Il titolo dell’incontro, organizzato in collaborazione con la Confraternita di Santa Maria della Pietà, sarà “Aldo Moro mio padre”. “Abbiamo scelto questo argomento – sottolinea don Carmine – perché nell’ambito del tema di quest’anno sulla ‘Parrocchia, famiglia di famiglie’, sarà interessante ascoltare la testimonianza di Agnese Moro e come la famiglia ha affrontato il dolore per la tragica scomparsa del padre. Altrettanto stimolante sarà udire dalla sua voce il racconto del quotidiano che, da un giorno all’altro, fu drammaticamente interrotto”.

Nato a Maglie, in provincia di Lecce, il 23 settembre 1916, Aldo Moro fu docente universitario e tra i fondatori della Democrazia cristiana, nonché suo rappresentante durante i lavori dell’Assemblea Costituente e segretario. Nel 1945 sposò Eleonora Chiavarelli, come lui iscritta della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci). Dalla coppia nacquero quattro figli. Più volte Ministro della Repubblica Italiana, Aldo Moro fu, in qualità di Presidente del Consiglio, alla guida dei governi di centro-sinistra negli Anni Sessanta, promuovendo, nel decennio successivo, la “strategia dell’attenzione” verso il Partito Comunista Italiano, guidato da Enrico Berlinguer. Il 16 marzo 1978 fu rapito dalle Brigate Rosse che ammazzarono gli uomini della sua scorta: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera. Il 9 maggio successivo, dopo 55 giorni di prigionia, fu ucciso dalle Brigate Rosse. Aveva 61 anni.
Dopo il saluto iniziale di mons. Ladogana, introdurrà l’incontro il prof. Angelo Giuseppe Dibisceglia, docente di Storia della Chiesa nell’Università Pontificia Salesiana (Roma) e nella Facoltà Teologica Pugliese (Bari). Le conclusioni saranno di Sua Ecc. Mons. Fabio Ciollaro, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano.

“In tanti anni e in tante vicende – si legge nella lettera indirizzata dallo statista ‘Al partito della Democrazia Cristiana’ il 27 aprile 1978 durante la prigionia – i desideri sono caduti e lo spirito si è purificato. E, pur con le mie tante colpe, credo di avere vissuto con generosità nascoste e delicate intenzioni. Muoio, se così deciderà il mio partito, nella pienezza della mia fede cristiana e nell’amore immenso per una famiglia esemplare che io adoro e spero di vigilare dall’alto dei cieli”.

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