Un piccolo paese, dalle grandi opportunità sciupate. Dopo il caos politico che ha portato alle dimissioni della Giunta Comunale, lo scorso marzo, Roseto Valfortore sembra scivolato nel baratro. La conferma del periodo tutt’altro che felice per il piccolo comune dei Monti Dauni è giunta dai dati che negli scorsi giorni sono stati pubblicati dal Ministero dell’Economia e Finanza, poi elaborati dall’Università degli Studi di Firenze e da Twig, la start up che svolge servizi di data mining. Questa sinergia ha portato alla formulazione di una classifica dei comuni italiani per reddito medio pro capite, dalla quale è emerso che, proprio il caratteristico borgo del subappennino risulterebbe tra gli ultimi venti classificati, con un reddito medio di soli € 7889 su un campione di circa 1300 abitanti. Adesso che lo dicono anche i dati, sembra quasi impossibile invertire un trend negativo iniziato quasi subito dopo l’unità d’Italia, con l’importante colonia di rosetani che nel primo dopoguerra abbandonò il piccolo centro alla volta della Pennsylvania e del Canada, causando un forte decremento demografico. Oggi, il negativo andamento degli indici economici sembrerebbe andare di pari passo con l’instabilità amministrativa, alla luce del commissariamento prefettizio che attualmente riconosce le responsabilità dell’ente nelle mani di Daniela Apontone. In precedenza, l’esperienza del sindaco Luisi che, strada facendo perse tutti i suoi consiglieri fino alle ultime surroghe, all’esaurimento delle quali fu deposta per legge. “La situazione economica di Roseto – ci spiega l’ex sindaco ed ex consigliere d’opposizione del Partito Democratico, Lucilla Parisi – è in parte attribuibile alla scelleratezza amministrativa locale, ma più in generale va ricondotta al Governo della Regione che non si è mai interessato alla nostra comunità in modo serio. Io ritengo che la politica, in questi piccoli centri, sia di fondamentale importanza per l’articolazione del tessuto economico e se si dimostra assente, questi sono i risultati”. Si vive principalmente di agricoltura a Roseto Valfortore, con una spiccata dedizione all’artigianato e alla lavorazione della pietra. Ma negli ultimi anni, anche in questi settori così fortemente legati alla tradizione si è palesata una preoccupante involuzione che ha portato ad un ulteriore spopolamento. “La deprecabile situazione in cui versano i collegamenti infrastrutturali della zona – continua la Parisi – inequivocabilmente ha delle ricadute sull’economia della zona. Le importanti piogge delle ultime settimane hanno fatto straripare il Fortore che ha cancellato quasi 500 mt della strada che ci collega a San Bartolomeo in Galdo, causando non pochi disagi sia per gli automobilisti che per gli agricoltori della zona, molti dei quali hanno perso i raccolti. Da tempo, nessuno si prende più la briga di ripulire l’alveo del fiume e alle prime piogge si ripresenta l’emergenza”. Tanti immigrati partiti da Roseto, nel corso degli anni, hanno provato a ritornare sui Monti Dauni per investire nella terra dei loro padri, salvo poi dover rimettere i remi in barca e ritornarsene all’estero. E’ quanto è successo, ad esempio, ad americani, arabi e canadesi che avevano investito, negli anni scorsi, in alberghi, ristoranti e centri turistici, prima che la crisi e l’isolamento della zona imponesse loro di ripensarci e vendere le strutture. Un’occasione persa, forse irripetibile. Una speranza franata, assieme alle strade che percorrono i Monti Dauni. Ma nei centri come Roseto, oltre alle strade, a preoccupare è anche la “questione sanità”. L’unico poliambulatorio alloggiato nell’ex museo naturale stenta a partire a pieno regime perché, da quanto si apprende, alcuni medici dell’ASL non avrebbero la volontà di raggiungere il remoto borgo appenninico. “Gli specialisti che ci sono stati promessi – spiega la Parisi – non vogliono venire a Roseto. Per questo i cittadini devono rivolgersi al privato oppure prenotare in altri centri della Capitanata, con lunghissime liste di attesa”. Dai servizi minimi ai servizi turistici, qualsiasi settore sembra essere in ginocchio a Roseto. Anche il turismo, nonostante il Comune sia inserito tra i Borghi più belli d’Italia, non riesce a valorizzare le peculiarità che senza dubbio non mancano, dalla splendida area dei mulini ad acqua, ai boschi incontaminati e al vicino lago Pescara. “Le attività commerciali – conclude la Parisi – sono penalizzate perché il turismo non esiste più. Più volte ho proposto ai politici dei grandi centri cittadini di spostare eventi culturali di carattere provinciale nelle nostre zone, ma mai nessuno ha accolto il mio appello. In questo modo siamo destinati a morire, visto che anche il settore agricolo non sta attraversando un buon periodo. Infrastrutture, artigianato, sanità e una pianificazione che parte dal basso. Sono queste le priorità per provare ad immaginare un futuro diverso da quello che tristemente viene prospettato dai dati del Ministero. Ma da soli non possiamo farcela”.

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