“Ciò che sta succedendo al centro anagrafe sanitaria del distretto socio sanitario 5 è qualcosa che va oltre i livelli di guardia: è rimasto un solo dipendente a sbrigare le pratiche di un’utenza di circa 100 mila persone e le code ed i conseguenti disservizi per i cittadini sono all’ordine del giorno”. A denunciarlo è il referente locale di CittadinanzAttiva-Cerignola, Domenico Dagnelli, che pone l’accento sull’ormai insostenibile condizione lavorativa all’interno dell’ex nosocomio cittadino Tommaso Russo.
Presso gli uffici del DSS5- che comprende inoltre Orta Nova, Stornara, Stornarella, Carapelle ed Ordona– è possibile avviare le pratiche per la sostituzione o la revoca dei medici di base, richiedere l’esenzione del ticket o attivare la mobilità sanitaria internazionale. Il servizio finisce per calamitare decine e decine di utenti ogni giorno. Nella giornata di ieri, ad esempio, al Tommaso Russo, le code per iniziare i vari incartamenti hanno avuto origine sin dalle 6:00 del mattino: in fila donne e uomini stremati dai continui rinvii per mancanza di personale. E non sono mancati momenti di tensione dopo svariate ore di attesa.
“Di certo non ce la sentiamo di addossare responsabilità sui dipendenti, che ormai in solitudine svolgono questo lavoro anche oltre le loro possibilità. I problemi partono con il sopraggiunto pensionamento di una unità, che affiancherà un nuovo innesto. Ma nel frattempo i disagi permangono e non ci sembrano più accettabili”, commenta Dagnelli.
Sul punto è intervenuto anche il neo segretario regionale di CittadinanzAttiva, Matteo Valentino: “Come associazione da sempre attenta ai diritti del cittadino chiederemo un incontro urgente con il direttore generale della Asl di Foggia Vito Piazzolla. Non si può tollerare che pensionati o mamme sin dalle prime luci dell’alba si piazzino davanti ai cancelli del Tommaso Russo semplicemente per poter vedere soddisfatto quello che è un diritto. Non si può osservare inermi quanto sta succedendo nel campo della sanità in tutta la Regione, dai più piccoli disguidi come nel caso dell’anagrafe sanitaria ai più grandi come la soppressione di reparti e servizi negli ospedali. Tutto questo ci deve stimolare ad affrontare una discussione schietta e pacata sullo stato generale del sistema sanità regionale”.