TRINITAPOLI – “Sui rifiuti è tempo di correre ai ripari anche con soluzioni drastiche e traumatiche, purché servano a migliorare servizi, adeguare costi e salvare i lavoratori”. Il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, torna ad affrontare il tema del futuro di Sia Srl, dopo il Consiglio intercomunale con San Ferdinando di Puglia, che mercoledì scorso ha affidato alla Ager (Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti) il compito di dirimere l’ormai atavica disputa col Consorzio Bacino Fg 4.
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Il sindaco di Trinitapoli Di Feo interviene su SIA: “Adesso facciamo a modo nostro”
ARO BT 3 PER AUTODETERMINARSI | “Siamo ai titoli di coda – annuncia di Feo – perché il servizio è sempre più inadeguato. Abbiamo provato a salvare Sia Srl con gli strumenti del codice civile, ma difronte abbiamo chi pensa di farlo a spese dei cittadini. E non ci sta bene”. Il Consiglio congiunto tra Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia (con l’assenza di Margherita di Savoia legata solo a ragioni organizzative) ha sancito che i Comuni interessati vogliono autodeterminarsi nell’Aro Bt3, un ambito di raccolta che esiste ma che era stato accorpato all’Aro foggiano, solo per i comuni interessi tra i 3 centri della Bat ed il resto dei soci del Consorzio.
“Vogliamo il contratto unico di Aro – chiarisce il sindaco di Trinitapoli – ma attendiamo che l’Ager ci dica a quali condizioni, stabilendo ferrea rispondenza tra costi e servizi. Non accetteremo altre soluzioni e vogliamo scegliere noi il gestore della raccolta dei rifiuti, nell’interesse dei cittadini che pagano e dei lavoratori che operano attualmente in condizioni di sicurezza reale ed economica assai precaria”.
L’APPELLO AI CONCITTADINI | Il passaggio interconsiliare è il primo atto verso l’uscita dagli accordi con Sia ed eventualmente dal Consorzio. “Sappiamo che questo momento traumatico potrà portare ulteriori disservizi – precisa di Feo – ma facciamo appello alla responsabilità dei nostri concittadini, che già più volte si sono stretti attorno all’amministrazione, come quando insieme evitammo il dissesto dell’Ente, per un obiettivo condiviso e superiore, che oggi è il miglioramento delle condizioni di igiene della città e di lavoro per i dipendenti della Srl di Forcone Cafiero. Abbiamo l’obbligo di migliorare la situazione, facendo rispettare le nostre comunità”.
STOP AL VI LOTTO, PECCATO ORIGINALE | Sia è nata con grandi potenzialità, a cominciare dalla impiantistica, di proprietà dei 9 Comuni. “Chi ha fatto saltare il banco ha un nome ed un cognome: Franco Metta”, tuona di Feo, riferendosi alla scelta del 2015 di sospendere la costruzione del VI lotto di discarica, per tener fede ad una promessa elettorale che di fatto ha affamato Sia col mancato introito di questi anni relativamente al conferimento nella discarica ormai satura per i primi 5 lotti. Insomma, zero introiti e più spese, con la Tari a carico esclusivo dei cittadini, per portare i rifiuti a Foggia (biostabilizzazione) e Grottaglie (in discarica).
LA RELAZIONE DELLA KPMG | Erano i primi mesi del 2015, quando l’allora presidente dimissionario Antonio Giannatempo lasciò nelle mani del primo cittadino sanferdinandese, Michele Lamacchia, la reggenza del Consorzio. Lamacchia chiese una relazione alla Kpmg (società advisory) per segnare una cesura con lo status quo ante e programmare il futuro. La relazione della Kpmg evidenziò la necessità di rivedere costi e l’intera gestione di Sia, per evitare il collasso e proiettarla verso una nuova fase, sulla scorta della discarica, il cui VI lotto era già previsto dall’Aia regionale, e con l’entrata in funzione dell’impianto di biostabilizzazione, in grado di assicurare risparmio ai Comuni soci e introiti anche da quelli esterni al Consorzio.
IL CDA METTIANO | Appena insediatosi sindaco di Cerignola e presidente del Consorzio, Metta sospende il VI lotto e nomina un cda di Sia senza donne e senza rispettare nemmeno la geopolitica dei soci: esclusi totalmente i 3 Comuni della Bat, che entrano solo successivamente con Lucrezia Filannino. Il direttore generale vincitore di concorso, Michele Centola, ha subito difficoltà a far ingoiare al cda mettiano la necessità, come prescritto dalla Kpmg, di un nuovo piano industriale e di una politica di spending review. “Centola in pochi mesi viene accompagnato alla porta – ricorda di Feo – e al suo posto non si fa scalare la graduatoria del concorso con cui era stato nominato, ma di fatto viene sostituito dal consigliere di amministrazione Nicola Iungo. Il resto è storia, tra continue richieste di Metta di adeguare contratti senza dare rassicurazioni sui servizi, con disservizi che aumentavano e incertezze economiche legate a quella scelta di sospendere il VI lotto, i cui lavori sono ripresi di recente, ma con 3 anni di ritardo e coi danni ormai acclarati”.
ASECO E BIOSTABILIZZAZIONE NON ANCORA PARTITA | Col peggioramento della situazione generale in capo a Sia, i rifiuti sballottati a costi esorbitanti tra Foggia e Grottaglie, i Comuni del Consorzio chiedono l’intervento della Regione nel 2017. “La discarica di Forcone Cafiero – precisa di Feo – non è solo affare nostro, ma rappresenta la valvola di sfogo dell’intera Puglia in materia di ciclo dei rifiuti. Abbiamo chiesto una partecipata pubblica che aiutasse Sia Srl in un momento così delicato, cogestendo l’impiantistica”. La Regione risponde positivamente, almeno in apparenza: con un’ordinanza valida 6 mesi (scade il 27 marzo), la Regione chiede ad Aseco, ramo di Aqp, di intervenire con propri capitali (1 milione e mezzo di euro) e costruire le prime 8 celle per avviare la biostabilizzazione. Quasi un anno prima l’impianto era stato sequestrato dai Noe, in quanto improduttivo anche a causa della indisponibilità della discarica. “Attivare la biostabilizzazione avrebbe portato soldi vitali – osserva di Feo – per rendere l’investimento ad Aseco e far camminare Sia finalmente sulle proprie gambe”.
ASECO DOPO IL 27 MARZO | Ma qualcosa va storto. “Veniamo informati informalmente da Metta che l’8 marzo ci sarebbe stata una sperimentazione verso l’avvio della biostabilizzazione il 15 marzo. Chiediamo di conoscerne l’esito, al termine del processo, unitamente alla reale capacità delle prime 8 celle sottoposte a collaudo. Non ci risulta che sia partita la biostabilizzazione. E il 27 marzo Aseco chiederà conto dopo aver anticipato capitali. Non vorremmo che pensasse di rientrare dall’investimento mettendo le mani sui nostri impianti, che così sarebbero svenduti”.
SCEGLIERE IL GESTORE DEL SERVIZIO | Trinitapoli e San Ferdinando si sono pronunciate in Consiglio mercoledì, chiedendo l’intervento della Regione, chiarendo di voler lasciare l’Aro foggiano. E quindi Sia Srl e in ultimo eventualmente anche il Consorzio. “Noi dobbiamo pensare alle nostre città – conclude di Feo – fatte di cittadini che vogliono pagare ed avere un servizio di raccolta e smaltimento e di lavoratori che hanno diritto ad essere pagati e operare con mezzi sicuri. Negli ultimi anni la politica su Sia è stata fallimentare sotto ogni aspetto, gestionale e finanziario. La si sta accompagnando al capolinea e noi non vogliamo esserci: vogliamo decidere coi cittadini e quei lavoratori da chi far effettuare il servizio e pagare chi ci dà soddisfazione. Altro non ci interessa”.
Comunicato Stampa Rinascita Trinitapolese