“Bisogna fermare le trivelle anche perché vengono usati dei siluri per perforare il fondo del mare. Questi raggiungono chilometri di profondità oltre il fondo del mare e causano terremoti sulle coste vicine”. E’ la denuncia di Arci Foggia, che critica le decisioni del Governo in tema di trivellazioni. Anche la Provincia di Foggia, secondo Arci, subisce questo attacco: infatti sono già presenti 14 permessi di coltivazione su una superficie di Km2 1.322 (Sedia d’Olando, Candela, Masseria Acquasalsa, Tertiveri, Torrente Vulgano, Melanico, Monte Vrecciaro, Pecoraro, Masseria Grottavecchia, Macchia di Pierno, Torrente Celone, Masseria Petrilli, Valle del Rovello, Lucera).
Sette, invece, sono le istanze di permesso di ricerca in terraferma che interessano una superficie di 944 Km2: Fontana Villanella, Alberona, Biccari, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Motta Montecorvino, Pietramontecorvino, Volturara Appula, Volturino; Forapane, Orsara di Puglia, Troia). Il convento: Campomarino, Chieuti, Guglionesi, Lesina, Portocannone, Rotello, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, San Paolo di Civitate, Serracapriola, Termoli, Torremaggiore, Ururi; Posta del Giudice: Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Lucera, Pietramontecorvino, San Severo, Torremaggiore; Sciascitiello: Deliceto, Rocchetta Sant’Antonio, Sant’Agata di Puglia; Serra dei Gatti: Biccari, Castelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito, Faeto, Orsara di Puglia, Roseto Valfortore, Troia; Signorella: Torremaggiore, San Severo).
“Di fronte al rischio di queste nuove trivellazioni ci aspettiamo risposte concrete, quali lo stop immediato a nuove estrazioni di idrocarburi in mare e a terra, a partire dalle 96 richieste di prospezione, ricerca e coltivazione in attesa di via libera; il taglio dei 16 miliardi di euro di sussidi annuali alle fonti fossili; una legge che vieti l’uso dell’airgun per le prospezioni; un Piano energetico nazionale per il clima e l’energia che punti alla decarbonizzazione dell’economia e a un futuro rinnovabile, rispettando così gli impegni presi alla Cop21 di Parigi – spiegano dall’Arci Foggia -. Ci aspettiamo da questo Governo più coerenza e fatti concreti sulla lotta ai cambiamenti climatici e contro le trivellazioni di petrolio. Per arrestare i cambiamenti climatici, ma anche per ridurre e combattere l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità di vita dei cittadini è di fondamentale importanza uscire dalla dittatura delle fonti fossili, ancora oggi al centro del sistema energetico del nostro Paese”. Poi la soluzione: “Sarebbe necessario da subito varare una moratoria di almeno tre anni sulle nuove attività petrolifere – dicono dall’Arci -. Vietare l’uso dell’airgun e reintrodurre il piano delle aree come strumento di programmazione delle attività estrattive per rafforzare il ruolo delle Regioni e delle comunità interessate”.
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