Si è concluso lo scorso 27 luglio il primo ciclo di incontri di “Domus Hortae Racconta”, un’esperienza degustativa-conoscitiva promossa dalla cantina “Domus Hortae” della famiglia Fioretti di Orta Nova e finalizzata al progressivo avvicinamento al mondo del vino, della sua storia e della storia del territorio di riferimento. Il programma proposto dall’organizzatrice e titolare della cantina, Rosanna Melchionda, è stato strutturato su tre date (13-20-27 luglio) alle quali hanno preso parte un numero limitato di partecipanti, nel pieno rispetto delle raccomandazioni anti contagio. Gli eno-cultori di “Domus Hortae Racconta” hanno potuto ascoltare alcune nozioni tecniche sulla produzione del vino, numerosi racconti storici sulle origini della vocazione agricola pugliese e al contempo degustare gli imbottigliati di pregio della cantina ortese. Al termine di ogni serata è stato proposto un abbinamento gastronomico volto ad esaltare le peculiarità dei vini in rassegna.

LA PRIMA SERATA. Nel primo appuntamento di “Domus Hortae racconta” – tenutosi lo scorso 13 luglio – si è parlato delle caratteristiche agronomiche e morfologiche del nostro territorio che lo rendono adatto alla coltivazione dei vigneti. Dopo l’approfondimento sulla vinificazione, curato dall’enologo Luca Pugliese, gli astanti hanno preso parte ad una degustazione tra i vigneti di Contrada Grassano delle Fosse ad Orta Nova, ascoltando le indicazioni del professor Giuseppe Lopriore (delegato ONAV Foggia). I due vini proposti sono stati il Nero di Troia Rosato “Kìaros” e il Minutolo “Ti Estì”, le cui note aromatiche hanno echeggiato tra i racconti storico-mitologici relativi al vissuto del “PuerApuliae” Federico II.

LA SECONDA SERATA. Nel secondo appuntamento (20 luglio) i partecipanti si sono ritrovati presso la cantina di Corso Aldo Moro ad Orta Nova per scoprire le fasi della vinificazione, osservando da vicino i macchinari utilizzati. A seguire c’è stata un’interessante spiegazione storica sulle origini del Nero di Troia, sul mito di Diomede e sulla diffusione in terra di Puglia di questo specifico vitigno autoctono. Da ciò si è giunti alle degustazioni del “Kalinero” e del “1788”, guidate sapientemente dal professor Giuseppe Lopriore e dalla sommelier – mastro coppiere ASPI Rosa Impagliatelli, i quali hanno destato l’attenzione dei presenti su un vitigno che ancora deve esprimere a pieno la sua potenzialità e il suo tratto identitario sul mercato globale.

LA TERZA ED ULTIMA SERATA. Durante l’ultima serata del 27 luglio, la cantina ortese ha riaperto le porte per un ulteriore approfondimento sulle ultime fasi della vinificazione, in modo particolare sull’imbottigliamento e l’affinamento, a cura di Pino Fioretti. A seguire si è tenuta una bella dissertazione sulle origini storiche della vinificazione e sulle ricadute economiche che il settore agricolo ha avuto nelle diverse epoche. Nella consueta degustazione finale, il professor Giuseppe Lopriore e la sommelier Rosa Impagliatelli hanno accompagnato i presenti alla scoperta del marchio di fabbrica della Puglia, volano delle esportazioni in tutto il mondo, il Primitivo che in casa Domus Hortae si declina in “ReMoto” e “DHES”.

IL BILANCIO E LE PROSPETTIVE. “Siamo molto soddisfatti dell’entusiasmo mostrato dai partecipanti di questa prima edizione ‘pilota’ del nostro progetto di approfondimento” – dichiara l’organizzatrice e titolare della cantina, Rosanna Melchionda. “Crediamo fermamente che il vino debba essere un piacevole pretesto per conoscere meglio la nostra storia, le caratteristiche geomorfologichee la tecnica vinificatoriache ci rendono unici in tutto il mondo. L’idea è quella di ampliare e riproporre questa bella esperienza in modo da creare ulteriore aggregazione intorno al vino e intorno alla cultura del vino che poi è il tratto identitario del nostro territorio”.



1 COMMENTO

  1. Certo che,il vino dai tempi dei romani…ma ancora prima dai filosofi atenesi,e’ sempre stato ritenuto un “ottimo” coadiuvante nella nostra cultura; ma,occorre,anche dire che come tutti i “coadiuvanti”…possono,qualora se ne faccia uso “smodato”…di effetti deleteri sull’organismo! Cultura e Medicina…dovonoo poter andare di pari passo;altrimenti…

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