In un contesto sociale in cui la pandemia ha messo ulteriormente a dura prova le famiglie, quest’ultime costrette a convivere per un tempo prolungato all’interno delle mura domestiche, la conseguenza è che sono aumentati gli episodi di violenza. Anche ad Orta Nova, negli ultimi anni, non sono mancati i casi di cronaca che hanno avuto luogo all’interno del focolare domestico, ecco perché ha assunto una grande importanza l’appuntamento promosso dalla parrocchia BVM dell’Addolorata, nell’ambito dei festeggiamenti del Santo Patrono, alla presenza della dottoressa Lara Vinciguerra, mediatrice di conflitti e responsabile della formazione dell’APS Logos di Foggia.

Dopo l’introduzione di Don Donato Allegretti, la Vinciguerra ha approfondito le problematiche legate alla comunicazione tra componenti del medesimo nucleo familiare. “La maggior parte delle volte – ha affermato la dottoressa – la comunicazione risulta difficile perché siamo più propensi a parlare che ad ascoltare. In molti casi le problematiche si superano semplicemente ascoltando il punto di vista della persona con la quale si è in conflitto”. La dottoressa ha dispensato consigli utili per imparare a scorgere i primi segnali di violenza, superando gli stereotipi e accettando il fatto che possano presentarsi degli incidenti di percorso. Alcuni di questi, molte volte, purtroppo, sfociano in violenza. Ed ecco che in quei casi bisogna avere la formazione giusta e farsi trovare pronti. Il discorso chiaramente verte sulle problematiche legate alle violenze che subiscono le donne e su questo la Vinciguerra ha posto in rassegna alcune delle casistiche riscontrate durante la sua esperienza al Centro Anti Violenza (CAV) di Foggia.

“La violenza nasce nel momento in cui la donna non rispecchia l’idea stereotipata che abbiamo di lei. Per questo motivo, attraverso la violenza e la gelosia, si tende a circoscrivere la sua personalità. Ma quando un uomo violento vi colpisce una volta – consiglia la Vinciguerra – prendetene le distanze immediatamente. E’ un atteggiamento che può tornare a palesarsi e che può portare a delle tragedie”.

La speranza per una società più equa e rispettosa passa assolutamente dal futuro dei giovani, un tema quanto mai attuale perché tanti di questi sono stati praticamente dimenticati dal sistema Paese che ha dovuto fronteggiare la pandemia. In tal senso risulta importante nutrire le passioni dei ragazzi, far sì che ognuno di loro possa esprimersi in quello in cui riesce, senza pressioni, pregiudizi o imposizioni. “Il problema vero è quando i giovani non hanno qualcosa in cui credere, non hanno una aspettativa di futuro che possa fungere loro da leva motivazionale”. Alle mamme e ai papà un consiglio: “Non preoccupatevi quando i ragazzi hanno una passione che non rispecchia il vostro status sociale, preoccupatevi quando non hanno nessuna passione, nessun sogno in cui credere”.



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