Gli agenti della Squadra Mobile di Foggia, supportati dagli agenti del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile della Questura di Bari, al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla DDA di Bari, nei confronti di sette persone accusate di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione e detenzione ai fini di spaccio di cocaina: reati tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.
Le indagini degli inquirenti avrebbero accertato che gli indagati – tra i quali vi sarebbe Emiliano Francavilla, esponente di primissimo piano dei “Sinesi – Francavilla” uno dei sodalizi della Società, la mafia foggiana e da poco scarcerato – stessero compiendo atti volti alla realizzazione di un omicidio ad un imprenditore edile. In particolare, il commando, attraverso un dipendente infedele della vittima designata, aveva posizionato sotto la sua automobile un dispositivo gps per monitorarne gli spostamenti.
I dati acquisiti dagli investigatori della Squadra Mobile di Foggia hanno consentito di individuare il dispositivo gps, la data e il luogo in cui si sarebbe realizzato l’agguato omicidiario: la sera del 26 giugno, all’uscita del casello “Foggia – Zona Industriale”, al momento del rientro della vittima da una località balneare. Così gli investigatori il 26 giugno, operando d’intesa con l’autorità giudiziaria, sono intervenuti scongiurando che il gruppo, già armato e posizionato, facesse fuoco ai danni della vittima.
Il tempestivo intervento ha consentito di bloccare nelle immediatezze dei fatti due componenti del commando, che si erano appostati presso un casale abbandonato a ridosso dell’uscita autostradale Foggia Zona Industriale, con il compito di monitorare l’uscita della vittima dal casello e dare il via libera all’azione delittuosa. L’attività è proseguita presso la campagna di due dei sette indagati, destinatari del provvedimento di fermo, individuata grazie alla complessiva analisi degli elementi investigativi acquisiti, come la base logistica del gruppo criminale.
Qui, gli investigatori hanno trovato automobili, documenti d’identità e utenze cellulari, sequestrati a carico dei presunti autori dell’episodio delittuoso. Inoltre nel corso dell’attività presso la base logistica degli indagati gli agenti hanno visto transitare una Fiat 500 rossa a forte velocità, mezzo che, grazie alla pregressa attività investigativa, era stata individuata come quello che il commando avrebbe utilizzato per compiere l’agguato. Ingaggiato l’inseguimento, gli inquirenti sono riusciti a fermare l’automobile dopo svariati chilometri, bloccando la stessa con a bordo uno dei partecipanti all’azione delittuosa, colui che aveva il ruolo di autista. Nel corso della perquisizione del mezzo sono stati trovati una bottiglia di benzina e dei bengala che dall’attività tecnica in corso è emerso che sarebbero serviti per incendiare l’autovettura dopo l’omicidio e cancellare ogni tipo di prova. Inoltre l’attività tecnica ha permesso di accertare come il commando, determinato ad uccidere la vittima designata, fosse nella disponibilità di un ingente quantitativo di armi. Ancora in corso approfondimenti investigativi finalizzati ad individuare il movente del fallito agguato e a ricostruire i pregressi rapporti tra l’imprenditore e gli esponenti della batteria “Sinesi-Francavilla”.
Le indagini avrebbero, inoltre, permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due degli autori del tentato omicidio, tra cui l’esponente di primissimo piano della batteria “Sinesi-Francavilla” su una tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosa, commessa nei confronti di uno spacciatore, per imporre la cocaina venduta dal suo sodalizio. A questi due è stato anche contestato il delitto di cessione di cocaina del valore di 3.000 euro a soggetti foggiani e sanseveresi.
Comunicato Stampa