A San Giovanni Rotondo i carabinieri hanno arrestato due persone, padre e figlio, poiché ritenuti responsabili di peculato. I fatti che hanno portato al loro arresto hanno preso il via quando il responsabile della società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti a San Giovanni Rotondo aveva segnalato un ammanco consistente di gasolio, che a suo dire veniva sottratto dai mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti, da parte dei due parenti. In particolare, nel corso del tempo era stato riscontrato un consumo di carburante anomalo da parte dei mezzi assegnati ai due.
Il sistema GPS installato sui loro mezzi aveva registrato delle soste non previste nei pressi della loro abitazione, ubicata su un percorso non oggetto di transito per ragioni di lavoro. I militari, cosi si sono posizionati nei pressi di quell’abitazione constatando che i due, a bordo di un grosso mezzo per la raccolta dei rifiuti, dopo essere giunti nei pressi della stessa, varcato e richiuso il cancello di ingresso, fermavano il mezzo nei pressi di un piccolo locale adibito a deposito di carburante. I carabinieri sono allora intervenuti bloccando i due. All’interno del locale sono stati trovati nove bidoni da 25 litri, già pieni di gasolio ed altri otto bidoni della stessa capacità ancora vuoti. Trovato anche tutto l’occorrente per il travaso del gasolio dal serbatoio del mezzo ai bidoni, consistente in una pompa elettrica collegata con due tubi in gomma trasparente. Il trafugamento, con successivo impossessamento del gasolio appartenente alla società che gestisce un servizio pubblico qual è la raccolta dei rifiuti, per i due soggetti arrestati, configura il grave reato di peculato, rivestendo gli stessi la qualifica di incaricati di pubblico servizio.
I due, dopo le formalità di rito, hanno ottenuto gli arresti domiciliari. Il gip del tribunale di Foggia nel convalidare l’arresto, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per il tentativo di peculato commesso nonché per il peculato accertato dalle indagini eseguite sul materiale depositato in sede di denuncia.
Comunicato Stampa