Dalla Puglia, in direzione Ue, parte il grido d’allarme degli agricoltori pugliesi sulla programmazione della prossima PAC: le misure europee di sviluppo per l’agricoltura rischiano tagli considerevoli, tali da compromettere le necessità di un rilancio di un comparto in grave sofferenza a causa dell’aumento dei costi di produzione, della crescente incidenza di siccità e calamità causate dai cambiamenti climatici, e di una diffusa concorrenza sleale dei Paesi extraeuropei che producono secondo regole e standard completamente differenti da quelli in vigore per i produttori del Vecchio Continente. Ieri, giovedì 22 maggio, le delegazioni degli agricoltori provenienti da tutte le province pugliesi e dalla Basilicata ne hanno discusso durante un focus organizzato da CIA Agricoltori Italiani di Puglia nell’auditorium della Camera di Commercio di Foggia. La PAC attualmente in vigore ha complicato la vita agli agricoltori, quella che verrà, per essere più vicina a chi produce, dovrà riservare all’agricoltura le risorse adeguate. Cristiano Fini, presidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani: “La Pac resti indipendente, siamo contrari a ogni ipotesi di ricollocamento dei finanziamenti Ue in un Fondo unico”. Fini ha ribadito la necessità di mantenere fondi specifici al settore agricolo per continuare a difendere la sovranità alimentare del continente in un momento di grandi tensioni e incertezze a livello globale. Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, ha sottolineato come la prossima PAC debba innanzitutto premiare le aziende realmente attive e produttive, soffermandosi poi sul rischio fallimento per la cerealicoltura italiana, visti i prezzi del grano. Giuseppe De Noia, presidente di CIA Levante Bari-Bat, ha rimarcato l’importanza che l’Europa, fondata proprio su valori e cultura espressi dal mondo agricolo, faccia tornare centrale il comparto primario, riservando ad esso le risorse necessarie. Anna Rufolo, responsabile per le Politiche Comunitarie e coordinatrice del settore economico di CIA, ha evidenziato quanto sia fondamentale che la Commissione preveda un meccanismo automatico che consenta di adeguare in tempo reale le dotazioni finanziarie in base ai tassi di inflazione effettivamente osservati anziché a quelli previsti. Al convegno moderato dal vicepresidente vicario regionale Giannicola D’Amico, ha portato i suoi saluti anche Giuseppe Di Carlo, presidente della Camera di Commercio di Foggia.
Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e vicepresidente nazionale dell’organizzazione: “La principale sfida rimane quella di conseguire redditi sufficienti a garantire uno standard di vita dignitoso alle famiglie agricole. Nei giorni scorsi Agea ha diffuso dei dati sul sostegno accoppiato per il frumento duro che sorprendono e lasciano perplessi, perché nel 2024 c’è stato un crollo del numero delle domande e degli ettari richiesti a premio. La situazione è la seguente: nel 2024 ci sono state 43.500 domande a fronte di 95.000 dell’anno precedente, con una riduzione del 54%; gli ettari richiesti a premio sono passati da 825.000 a 489.000 ettari, con una riduzione del 41%; di conseguenza i produttori italiani di frumento duro hanno utilizzato soltanto 50 milioni di euro del plafond finanziario disponibile, lasciando inutilizzati ben 31 milioni di euro. I dati che ho menzionato sono preoccupanti e vanno considerati con attenzione in vista degli ultimi tre anni di applicazione della PAC corrente e delle nuove regole che saranno messe in campo a partire dal 2028”. Sicolo, poi, si è soffermato sulle sperequazioni che danneggiano soprattutto il Sud Italia: “C’è un forte elemento di preoccupazione emerso in questi giorni con la presentazione delle proposte del pacchetto di semplificazione della PAC da parte della Commissione: uno dei passaggi più importanti riguarda la revisione del sistema della gestione del rischio in agricoltura, con nuove regole per la riserva di crisi e per il fondo mutualistico catastrofale (Agricat). La bozza di regolamento consente agli Stati membri di istituire due nuovi pagamenti di crisi, con compensazioni maggiorate a favore delle imprese che si assicurano. Come è ben noto a tutti, il ricorso alle assicurazioni e ai fondi mutualistici è piuttosto diffuso nelle regioni del Nord Italia e meno frequente nel Sud. La dotazione finanziaria disponibile per la gestione del rischio è pagata pro quota da tutte le Regioni italiane ed è assorbita prevalentemente in poche Regioni del Nord Italia. La nuova PAC deve rafforzare il potere negoziale degli agricoltori e la lotta alle pratiche sleali. Occorre indirizzare il sostegno della PAC a favore di chi produce per il mercato. Serve una semplificazione dei meccanismi. Se le intenzioni sono queste, siamo nella giusta direzione, però dobbiamo vigilare per fare in modo che gli orientamenti formulati nei documenti strategici siano confermati anche negli atti legislativi e nelle scelte operative. In particolare, il momento cruciale ci sarà quando la Commissione europea renderà note le proprie proposte sul futuro bilancio della PAC. A quel punto potremo verificare con mano se c’è stata o meno una svolta positiva da parte delle istituzioni europee”.