I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, coadiuvati dalla compagnia di Cerignola, hanno sottoposto a sequestro preventivo un’area recintata dell’estensione di 25.000 metri quadri adiacente alla discarica della Sia in località Forcone – Cafiero.
Gli uomini dell’Arma, all’interno del sito, hanno accertato la presenza di 90.000 metri cubi di rifiuti stoccati consistenti in terra di scavo per un valore complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro. Il rinvenimento, localizzato attraverso l’utilizzo dei droni, pare che sia costituito da materiale proveniente da quelli che furono i lavori di realizzazione del V lotto di discarica.
In sostanza la società ha provveduto ad accantonare materiale di scarto soggetto a smaltimento senza però provvedere a tale adempimento secondo le prescrizioni di legge, per risparmiare almeno un milione e mezzo di ulteriori oneri. In virtù di quanto accertato dai Carabinieri, sono stati deferiti alla locale Procura il legale rappresentante dell’impianto di discarica, l’amministratore delegato e il presidente del Consorzio di Bacino Fg/4, Franco Metta, ritenuti responsabili in concorso per le predette violazioni.
Soltanto nel marzo del 2016, sempre i Carabinieri posero sotto sequestro preventivo l’impianto di biostabilizzazione della discarica di Cerignola. Ad oggi è stata consentita la facoltà d’uso per permettere i lavori di adeguamento dell’impianto.
“In un’area all’ interno dell’impianto SIA di contrada Forcone Cafiero sono depositate da anni terre di scavo provenienti dalla realizzazione del V lotto della discarica. Queste terre andavano smaltite anni fa’ – replica Franco Metta – le abbiamo ereditate e non le abbiamo smaltite perché occorrerebbe impegnare una spesa pari a circa 1.500.000 euro, di cui la SIA non dispone”.