Nel pomeriggio del 31 ottobre, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato della Pubblica Sicurezza di Cerignola hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, Gerardo Biancofiore, classe ’66, per il reato di istigazione alla corruzione.

Presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili della Puglia, imprenditore nel campo dell’edilizia e del rinnovabile, noto per i suoi rapporti consolidati con l’ex vescovo Monsignor Felice di Molfetta, Biancofiore è stato messo ai domiciliari per un tentativo di corruzione ai danni del sindaco di Cerignola, Franco Metta.

Biancofiore, secondo un’indagine partita lo scorso 7 dicembre 2016, avrebbe fatto recapitare una scatola di biscotti, camuffata da regalo di Natale, all’interno della quale vi erano 20.000 euro indirizzati a Metta che è anche presidente del Consorzio d’Igiene Fg/4. In quel periodo si discuteva la privatizzazione dell’impiantistica della SIA, l’azienda di rifiuti locali che necessita della costruzione di un nuovo lotto di discarica. Con quel tentativo si è cercato dunque di indirizzare verso determinati interessi la strategia di rilancio aziendale sui rifiuti.

Subito dopo il sindaco Metta aveva presentato denuncia presso il Commissariato locale, anche se nelle ultime ore non ha rilasciato dichiarazioni in merito agli sviluppi. Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, il dottor Di Giovanni, hanno consentito di acclarare le responsabilità dell’arrestato, sul quale hanno gravato le dichiarazioni discordanti fornite in sede di interrogatorio, nonché il contenuto dei messaggi che Biancofiore ha inviato al sindaco.

Il tutto per essere favoriti nell’approvazione della proposta di finanza del progetto al quale avrebbe partecipato anche Rocco Bonassisa con le sue aziende. Anche quest’ultimo è indagato dopo che lui stesso ha portato il pacco al sindaco. Una vicenda che è rimbalzata subito sulle cronache nazionali e che è destinata a far discutere ancora.

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