Sensibilizzare gli agricoltori circa l’importanza di denunciare, per analizzare dove si registrano in più larga misura i fenomeni criminosi, quando avvengono i furti, quali sono mezzi e prodotti maggiormente appetibili e come è strutturata la ‘filiera’ della ricettazione per ‘economizzare’ e rendere più sinergiche le attività di polizia, rassicurando le vittime circa l’anonimato della denuncia non restando isolati. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro sui ‘furti aziendali in Puglia’ di una parte dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, coordinato dal presidente del comitato scientifico, l’ex Procuratore Gian Carlo Caselli, a cui hanno partecipato l’ex Procuratore Cataldo Motta, a capo per 24 anni della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, il Generale dei Carabinieri Donato Monaco dell’Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare e il Generale Claudio Vincelli, Comandante dei Carabinieri del NAS. Il quadro sintetizzato dal Presidente Caselli è drammatico, fatto di ‘disagio sociale, denunce poche o nulle per componenti di sfiducia e assuefazione, protervia criminale, territori smarriti, danni economici ingenti”.
I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno chiesto ai quadri dirigenti di Coldiretti Puglia, riuniti a Roma a Palazzo Rospigliosi, di indirizzare gli agricoltori a denunciare, dettagliando cosa è accaduto con dovizia di particolari, riportando anche le ‘voci’ ipotetiche di eventuali basi logistiche dove verrebbero conferite le produzioni rubate e le strutture commerciali intermedie, in modo che si possano controllare le produzioni non tracciate, segnale di presenza di natura furtiva. L’Osservatorio ‘provocherà’ una conferenza regionale di tutte le forze dell’ordine, con il coordinamento del Prefetto di Bari di concerto con gli altri Prefetti provinciali.
Secondo l’analisi dell’Osservatorio sulla criminalità dell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti sui risultati conseguiti dalle Forze di Polizia, l’intero comparto agroalimentare è caratterizzato da fenomeni criminali legati a furti, estorsioni e alla contraffazione di prodotti alimentari ed agricoli e dei relativi marchi garantiti. I danni al sistema sociale ed economico sono molteplici, dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all’alterazione del regolare andamento del mercato agroalimentare.
Sul fronte della filiera agroalimentare – secondo l’Osservatorio – le mafie, dopo aver ceduto in appalto ai manovali l’onere di organizzare e gestire il caporalato e altre numerose forme di sfruttamento, condizionano il mercato stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e la creazione ex novo di reti di smercio al minuto. Si è registrata un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo nostrano dove quasi quotidianamente ci sono furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti (dalle olive all’uva alle mandorle, dall’olio al vino) e animali con un ritorno prepotente dell’abigeato. Non si tratta più soltanto di “ladri di polli” quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole, con furti di interi carichi di olio o frutta, depositi di vino o altri prodotti come file di alveari o trattori caricati su rimorchi di grandi dimensioni.
In Puglia, inoltre, l’incidenza dei reati di associazionismo di stampo mafioso è pari al 10,3 percento, mentre sulla contraffazione l’indagine rimarca quanto siano significative le risultanze relative ai territori di arrivo delle merci, come le realtà portuali, o la lavorazione delle merci con 851 denunce. Una simile analisi è stata condotta anche per la tipologia del reato di estorsione con 638 denunce.
“Il fenomeno della micro criminalità nelle aree rurali pugliesi – ha denunciato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – è divenuto così pressante e pericoloso per la stessa incolumità che gli agricoltori stanno rinunciando a presentare regolare denuncia. Ci siamo impegnati a sensibilizzare i coltivatori a presentare regolare denuncia, in modo da aiutare le forze dell’ordine I furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi con il taglio dei ceppi di uva sono stati all’ordine del giorno anche nel 2017. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciando le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali”.
“Per questo abbiamo richiesto da tempo che il territorio sia maggiormente presidiato – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – auspicando una collaborazione più stringente con i Consorzi nella vigilanza delle campagne, non interrompendo il percorso già intrapreso di accorpamento dei Consorzi minori al fine di incrementare ed ottimizzare il servizio di vigilanza campestre reso all’utenza e un coordinamento delle attività di presidio e vigilanza tra le forze dell’ordine e la Federazione regionale dei Consorzi di Vigilanza campestre che annovera 2 consorzi a Taranto, 1 a Brindisi, 4 a Lecce, 12 a Foggia, 8 nella BAT e 30 a Bari”.
LA MAPPA DELLA CRIMINALITÀ IN PROVINCIA DI FOGGIA
FOGGIA – I comuni maggiormente interessati da questo problema sono: Cerignola, Lucera, Orta Nova, Torremmaggiore, San Severo, San Marco in Lamis, S. Giovanni Rotondo, Poggio Imperiale, ma il fenomeno è diffuso su tutto il territorio provinciale.
La tipologia di furti risulta essere di varia natura. Si passa dalla sottrazione del raccolto dalle piante in campo, alle aggressioni per il furto dei mezzi agricoli e/o delle attrezzature e/o del bestiame, dei raccolti già messi su cassoni, o addirittura alla sottrazione dei cavi di rame e del ferro. Molto diffusa è la razzia dei mezzi agricoli con la successiva richiesta di riscatto.
Le denunce effettivamente presentate sono una percentuale di molto inferiore (circa 20%) al reale eventi accaduti, nonostante le costanti sollecitazioni a denunciare i fatti. Non si rilevano punti in comune tra i vari eventi.
Comunicato Stampa Coldiretti Puglia