Si è mosso per tempo il Sindaco di Stornarella, Massimo Colia, per allarmare la cittadinanza e gli operatori del settore cerealicolo, nell’agro del paese dei Cinque Reali Siti. Con l’ordinanza dello scorso 14 maggio è stato fatto divieto di effettuare la bruciatura delle stoppie e dei residui vegetali, specificatamente nel periodo che va dal 15 giugno al 15 settembre.
Il tema è particolarmente sentito nella zona, sia per i costanti roghi di residui della mietitura e sia, nel periodo successivo, per la conclusione della campagna del pomodoro, quando, purtroppo, vengono bruciate anche molte tubature in plastica, insieme agli scarti vegetali. Per queste ragioni, troppo spesso, le città non molto lontane dai roghi, vengono avvolte da insalubri nubi tossiche generate dalle combustioni, motivo per il quale, da alcuni anni a questa parte, i sindaci hanno deciso di adottare il “pugno di ferro” contro i contravventori. Lo stesso sindaco di Stornarella, con l’ordinanza da lui sottoscritta, ha fatto sapere che “i trasgressori saranno sanzionati come per legge e gli esiti saranno comunicati agli uffici Agea”.
Va ricordato, inoltre, che la stessa legge (decreto del 24 giugno 2014 n.91) in conformità con il rispettivo piano regionale antincendio, consente la bruciatura di materiale vegetale di non oltre i 3 metri cubi per giorno, comunque a debita distanza dai centri abitati o dalle zone di interesse per pericolo incendi. La stessa legge rimanda ai sindaci la possibilità di emanare ordinanze nel caso in cui vi sia un importante e significativo rischio per la salute o per l’ambiente. Un territorio a forte vocazione agricola, come quello del Basso Tavoliere, si appresta dunque ad entrare in una “fase calda”, durante la quale ci si auspica un potenziamento dei controlli da parte delle autorità preposte, ma anche la predisposizione di alcune misure agevolative e informative volte ad assistere e a sensibilizzare i tanti agricoltori che spesso, anche per mancanza di valide ed economiche alternative, incorrono in comportamenti dannosi per la collettività.