Non è stata di certo un’estate spensierata per i vertici della Sia e del Consorzio pubblico che amministra la stessa azienda per la raccolta e il conferimento dei rifiuti solidi urbani in 9 comuni del Basso Tavoliere.
Ad animare il periodo vacanziero è stato l’imperterrito tentativo di portare a termine la manovra di rientro per scongiurare il default della società in house che conta oltre 300 dipendenti e circa 4,5 milioni di euro di debiti. Mentre, in attesa della costruzione del VI lotto della Forcone – Cafiero, i rifiuti (con ulteriori oneri) viaggiano verso l’impianto di Grottaglie, il presidente del Consorzio, Franco Metta, è ancora impegnato a far approvare gli adeguamenti contrattuali ai vari comuni che fanno parte del bacino di conferimento.
Su questo passaggio, nel corso degli ultimi mesi, si sono verificate delle situazioni al limite della comicità che tengono ancora col fiato sospeso il futuro di Sia e contribuiscono a minare la credibilità interna delle rispettive amministrazioni comunali. Tanti sono stati i ripensamenti. Alla fine del mese di luglio, dopo un’estenuante lotta interna agli scranni consiliari, il Comune di Orta Nova aveva ritirato le delibere mediante le quali si era adeguato con largo anticipo alle richieste di Sia. Era stato il primo comune a convergere verso il rifinanziamento e, allo stato attuale delle cose, è uno dei pochi comuni che non ha ancora un nuovo contratto, dopo la revoca in autotutela.
Si sono adeguati anche quei centri che da principio avevano espresso perplessità. Dopo che il Comune di Cerignola, rappresentato dallo stesso Metta, ha pagato la prima trance debitoria verso Sia, anche il Comune di Margherita di Savoia, legato all’azienda tramite un rapporto di servizi, ha fatto dietrofront dalle precedenti decisioni. Infatti, il sindaco Paolo Marrano aveva provato a spostare, a scadenza del contratto con Sia, i suoi 42 dipendenti verso la Barsa. L’azienda di smaltimento di Barletta però si era dichiarata impossibilitata ad assumere i dipendenti salinari e dunque Marrano si è visto costretto all’ennesima convergenza verso Sia, con un nuovo contratto di servizio che durerà fino alla fine dell’anno in corso. Dopo il passaggio consiliare, con toni forti, Marrano ha attaccato le opposizioni che si sono eclissate al momento delle votazioni:
“Sono indegni di sedere su quei banchi che in passato hanno visto la presenza di personalità di spessore politico”- ha spiegato Marrano – “ci sono consiglieri di minoranza anche incoerenti e quindi pericolosi”.
Procedono invece a ranghi uniti e compatti gli altri comuni della Bat, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia, rappresentati rispettivamente dai sindaci Francesco Di Feo e Michele Lamacchia, i quali hanno rigettato anche l’ultimo piano di rientro redatto da Metta e dai vertici aziendali.
“La nostra posizione – spiega a questa testata, il sindaco Francesco Di Feo – resta invariata rispetto a quanto enunciato durante l’ultima assemblea del 13 agosto scorso. Siamo disposti a discutere un nuovo contratto soltanto qualora tutti i comuni accettino lo stesso trattamento. Dopo di che sarà il caso di capire se effettivamente le somme richieste siano proporzionate al servizio corrisposto dall’azienda”.
Su questo passaggio, rivendicato a più riprese dalla maggior parte dei comuni afferenti, secondo quanto comunica lo stesso primo cittadino trinitapolese, pare che i vertici aziendali si stiano cautelando ricorrendo al giudizio del Tribunale di Foggia. Sarà il giudice, dunque, a decidere se effettivamente l’addendum richiesto possa ritenersi giustificato in virtù del servizio garantito, così come a più riprese ha affermato Metta.
“Se il giudice dovesse esprimersi in maniera favorevole – spiega Di Feo – faremo ricorso ai nostri avvocati per tentare un ricorso, poiché a nostro parere gli squilibri sono palesi e sotto gli occhi di tutti”.
Nel frattempo, all’ultima assemblea tra i sindaci e i vertici aziendali-consortili, ha preso parte anche il dottor Gianfranco Grandaliano, presidente Amiu Puglia e commissario designato dal Governatore Emiliano per gestire la questione rifiuti in Puglia. Grandaliano, per la prima volta a contatto con il “focolaio SIA” ha espresso le sue priorità che riguardano marcatamente la realizzazione del VI lotto della discarica Cerignola e il pagamento dei debiti pregressi con l’azienda. Lo stesso ha anche sottolineato il fatto che le necessità economiche dell’azienda non debbano necessariamente avere ripercussioni sul calcolo della TARI, la necessità di introdurre la raccolta differenziata nonostante la crisi aziendale e, in ultimo, la possibilità di far aggregare i 3 comuni della BAT (Margherita, Trinitapoli e San Ferdinando) al bacino del loro riferimento provinciale con il conferimento verso le sedi di Barletta o di Trani.
Se ciò dovesse verificarsi, con l’avallo della Regione, si andrebbe incontro ad un’ulteriore perdita in termini di guadagni per SIA sebbene questa sia accompagnata da innegabili ed annessi risparmi in termini di personale e tonnellate ritirate. C’è tempo fino a dicembre per mettere una toppa ai “buchi” di bilancio che per ora restano scoperti con almeno 4 comuni che non ancora hanno adeguato i contratti. Qualora tutti i comuni, per scongiurare l’emergenza sanitaria, decidessero di accettare le nuove condizioni, da gennaio prossimo si dovrebbe provvedere alla sottoscrizione di un nuovo contratto unitario per traghettare definitivamente SIA fuori dalla crisi e per prospettare i primi barlumi di raccolta differenziata che, tranne per i centri della Bat, si attesta ancora su percentuali irrisorie.