Come ho ribadito a Lia Azzarone, che mi ha contattata telefonicamente per chiedermi di indicarle i nomi dei rappresentanti della mozione Calvio nella Direzione e nella Segreteria provinciali, prima di assumere ogni decisione la sottoscritta e coloro i quali hanno sostenuto tale mozione attendono le decisioni della Commissione Nazionale di Garanzia, chiamata a pronunciarsi sulla regolarità del tesseramento 2017 e dello svolgimento del congresso, nonché sulla paventata incompatibilità della segretaria provinciale del Partito.

La disponibilità offerta da Lorenzo Frattarolo a far parte della Segreteria risponde a scelte, sue e di pochissimi altri, frutto di fughe evidentemente ispirate da ambizioni personali. Pertanto, a scanso di equivoci e di rovelli interpretativi nei quali qualcuno volesse eventualmente cimentarsi, ribadisco con voce stentorea che la disponibilità offerta da Frattarolo e da altre pochissime altre persone non è una scelta della mozione Calvio.

Dunque, è manipolazione semantica della realtà quella che induce taluno a fare proclami più o meno trionfalistici sulla ritrovata unità del Partito, così come trovo singolari i richiami alla responsabilità del tutto disancorati da temi politici concreti, al netto della retorica del finto unanimismo e del buonismo.

Tanto per dirne una, mi piacerebbe sapere come la pensano i nuovi organismi dirigenti provinciali sull’ILVA di Taranto: con chi stanno con il Governo e i sindacati, oppure con il Presidente della Puglia? So già che la mia domanda non troverà risposta, ma non guasta mai evidenziare le contraddizioni e i silenzi tanti e gravissimi di certuni, viste le ricadute pesanti sulla comunità pugliese, quella che vorremmo riconnettere con la politica e, in specie, con il Partito Democratico. Ciò precisato, mi preme riaffermare con forza e convinzione che il superamento delle contrapposizioni congressuali e lo spirito unitario si raggiungono, a mio sommesso parere, rispettando le regole che questa comunità si è data, precondizione perché sia garantita la dignità di tutti coloro che nel Partito democratico, sia pure con visioni differenti, ancora vogliono crederci.

Certo non sono di aiuto per la credibilità e l’autorevolezza del Partito le scorciatoie, le accelerazioni, le operazioni di “scouting” o i tentativi di ascrivere alla mozione Calvio decisioni che invece sono riferibili in via esclusiva a iniziative personali di qualcuno, tutto questo rendendo sempre più difficile ritrovarsi in un partito che in tal modo allontana la sua gente e spalanca le porte a un civismo che invece civismo non è.

In conclusione, al netto dello story telling in salsa dauna di chi si è spinto – per legittimare certe decisioni – a invocare la contiguità dei criteri utilizzati per comporre la Segreteria provinciale con quelli usati e praticati da Matteo Renzi, indicato come la “stella cometa” che avrebbe sempre orientato il loro cammino (evidentemente si sono dimenticati della sfrenata campagna congressuale per l’elezione a segretario nazionale fatta per Michele Emiliano contro Matteo Renzi, che li ha spinti a chiedere il voto finanche a quelli che con il PD non c’entravano e non c’entrano niente), sta di fatto che la sfrontatezza con cui si sta procedendo a prescindere dalla decisione della Commissione Nazionale di Garanzia e le voci soliste che si levano nell’aria stanno allontanando parecchi militanti e sostenitori, vecchi e nuovi. Il non vederlo e il non preoccuparsene mi sembra scelta quanto meno discutibile.

Iaia Calvio

Orta Nova, 22 dicembre 2017

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