Lo stato dell’arte presenta ancora diverse difficoltà sia per il parco archeologico di Herdonia che per il Museo Civico di Via Soldato Pasculli. Per ciò che riguarda il sito, all’interno del quale sorge l’antica cittadina della Daunia, continua la vertenza amministrativa tra i proprietari della tenuta (gli eredi del conte Cacciaguerra) e il Ministero che ha già espropriato 22 ettari ma vorrebbe disporre anche di quei 4 attualmente scavati. La contesa, giunta al Consiglio di Stato, riguarda il calcolo dei premi di rinvenimento che solitamente si corrispondono ai proprietari dei terreni dai quali vengono fatte emergere delle rilevanze
archeologiche.

La situazione del Museo è anch’essa tutta in itinere. La struttura, di proprietà del Comune, è stata inaugurata lo scorso aprile, anche se al suo interno mancava (e manca tuttora) l’allestimento. Per poco tempo è stato esposta la stele daunia vinta all’asta dalla Fondazione Apulia Felix, prima che la stessa fosse trasferita verso altri lidi. Da tempo l’Amministrazione Comunale di Ordona si batte per ottenere i reperti appartenenti all’area di scavo di Herdonia ma che attualmente sono esposti in altri poli museali della Capitanata. L’apertura dello scorso aprile, nonostante queste mancanze, fu programmata lo stesso per non perdere i finanziamenti strutturali ottenuti, ma adesso si attendono altri fondi per allestirlo e per catalogare nelle teche tutto il materiale archeologico che si trova all’interno del deposito del museo.

Poi c’è il tema della gestione, con il bando di esternalizzazione della struttura che sarà pubblicato a breve dal Comune di Ordona, con l’intenzione di trovare dei privati che si prendano cura del museo e allo stesso tempo possano ricavare degli introiti attraverso iniziative commerciali. Al momento la struttura è aperta da un dipendente comunale che spende alcune ore al museo e da una volontaria del Movimento
Cittadino di Ordona – Archeoclub; insieme garantiscono le aperture per le visite programmate dei turisti, che non sono mai mancati in questi mesi.

2018-01-11-PHOTO-00000002 (1)Queste sono le doglianze che la sottosegretaria al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Dorina Bianchi, ha appuntato sulla sua agenda al termine della visita al museo e poi al sito. Di particolare interesse è stata la sua sosta all’interno del grande deposito del museo. Qui, tra le alte scaffalature vi sono decine di reperti all’interno di cassette di plastica, che indicano la data di rinvenimento, il luogo e una descrizione di massima. Ci sono corredi funebri, ossa di abitanti di Herdonia e particolari architettonici, tanti dei quali emersi durante gli scavi per l’installazione delle pale eoliche o delle condutture di AQP. Durante questo viaggio misterioso, di fianco all’onorevole c’era anche la Soprintendente, Simonetta Bonomi, che ha speso parole di elogio verso la meticolosa organizzazione e conservazione dei reperti:

“Questo magazzino è il vero motivo d’orgoglio di tutto il museo – ha spiegato la
Bonomi – sia per come è stato organizzato che per come viene gestito. Questa è soltanto la prima fase del lavoro di archivio, chiaramente non è facile esporre tutti i reperti che vengono trovati, perché è necessario un lavoro di selezione, restauro e razionalizzazione. In questi mesi abbiamo dato massima attenzione al magazzino e adesso siamo pronti per partire”.

Guardandosi intorno, tra le ampie stanze del museo, attualmente si notano soltanto apparecchiature per il racconto multimediale di ciò che è stato in passato il sito di Herdonia e splendide riproduzioni del vasellame tipico delle popolazioni daunie. La chiave di volta per potenziare e rendere più accattivante l’allestimento deve essere ancora una volta un finanziamento dedicato. Ma dove trovare i fondi? La Bonomi, in un clima
generale di difficoltà per la Sovrintendenza di Foggia (da poco la sede è stata sfrattata), detta l’agenda:

“A breve partirà la nuova programmazione dei fondi europei per la cultura e lo sviluppo del biennio 2018- 2020. Speriamo che da questo bacino di risorse la Regione possa destinare alcune voci al nostro progetto, per il quale è già pronto un percorso espositivo che aspetta soltanto di essere posto in essere”. Sulla stessa linea d’onda è stato il commento del sindaco di Ordona, Serafina Stella, che insieme al consigliere delegato ai beni culturali, Francesco Papagno, le sta provando tutte per assicurare la fruizione del museo, anche in condizioni poco rosee per il Comune sotto il profilo dei bilanci e dei conti.

“Chiedo a nome dell’amministrazione comunale un aiuto alle istituzioni e ai privati affinché ci supportino nel tentativo di trovare una soluzione per il sito archeologico e per il nostro museo. Quest’ultimo, in particolare, è davvero un gioiello dal punto di vista multimediale, ma purtroppo soffre ancora la mancanza di un allestimento completo. Anche in questo caso c’è bisogno di fondi per il restauro e per la catalogazione dei reperti conservati in magazzino. Mi auguro – conclude la sindaca – che questa giornata possa essere
foriera di risvolti positivi”.

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO