“Questo centro è come se fosse una seconda casa per me”. E’ la testimonianza di Valentina, paziente del Centro Riabilitazione “Padre Pio” di Orta Nova. Valentina ha quasi 30 anni e da 17 si affida alle cure della struttura di Via Puglie che, nella serata di martedì scorso, ha celebrato i trent’anni dalla sua apertura nel Comune dei Reali Siti. Valentina, si può dire, è nata insieme a questo presidio di eccellenza e grazie alle attenzioni di tanti esperti oggi ha ripreso alcune funzionalità motorie danneggiatesi in seguito alle cure di un tumore che gli fu diagnosticato 17 anni fa. Una nuova vita, che fa capo ad una bella storia, come ce ne sono tante da raccontare in questo presidio di riabilitazione.

28276778_2016562451962264_1179448088472260755_nIn tre decenni il numero di operatori a disposizione della struttura ortese si è più che triplicato, con l’avvicendarsi di generazioni di esperti che oggi guardano con orgoglio a quanto fatto in questi anni. Il 24 gennaio del 1988 rispondevano all’appello 8 operatori ambulatoriali che oggi sono diventati 31 (17 per il servizio domiciliare), con la speranza e l’obiettivo di potenziare ulteriormente quello che è già un punto di riferimento per i Comuni dei Cinque Reali Siti, per la città di Cerignola e per il comune di Deliceto.

“Ogni anno – ha spiegato durante la cerimonia, la dottoressa Daniela Armillotta, responsabile sanitario del centro – svolgiamo circa 16.500 trattamenti ambulatoriali e 21mila domiciliari. Nonostante l’incremento della dotazione continuiamo ad avere una lista d’attesa importante. Questo dimostra la bontà del nostro lavoro, in ragione della quale mi sento di ringraziare tutti coloro che fanno parte del nostro team. Loro sono il fulcro centrale della nostra attività”.

La struttura ortese è solo uno “spoke” di una rete di strutture sanitarie (12 ambulatori e 15 servizi domiciliari) che fanno capo alla Fondazione Centri Padre Pio Onlus diretta dai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo. In un’ottica di potenziamento dell’intero network e in occasione del trentennale della struttura ortese, questa è stata ristrutturata e dotata di nuove tecnologie per rispondere ad una domanda che è comunque sovradimensionata rispetto all’offerta presente sul territorio. Attualmente i profili professionali che offrono le loro conoscenze al servizio del territorio sono perlopiù fisioterapisti, logopedisti (anche a domicilio) e psicomotricisti che si servono delle più importanti tecnologie a supporto del sapere scientifico.

28280136_2016562755295567_2078407905183896730_n“In modo particolare – spiega la dottoressa Armillotta – da circa un mese siamo nelle condizioni di poter adoperare anche lo strumento della Tecar Indiba, un macchinario a disposizione di tutti i pazienti che hanno patologie acute o croniche, patologie che comportano un dolore tale per cui sia necessario ricostruire subito i tessuti danneggiati”.

La necessità di dotarsi di questa tecnologia di ultima generazione è dovuta al fatto che al momento ci siano circa 100 persone in lista di attesa, nella speranza di poter usufruire dei servizi riabilitativi. La struttura è stata rimessa a nuovo anche per cercare di fronteggiare in maniera più efficiente possibile questa grande richiesta. All’interno dei locali di Via Puglie (di circa 400 metri quadrati) sono stati rimodulati gli spazi per gli operatori ed è stata completamente rinnovata la dotazione di materiali per la riabilitazione tradizionale.

“Da Orta Nova parte il rilancio dei nostri 12 ambulatori territoriali” – ha affermato Padre Francesco Colacelli, presidente della Fondazione. “Finora abbiamo focalizzato le nostre attenzioni sul presidio di eccellenza gli Angeli di San Giovanni Rotondo, ‘hub’ della rete. Ora puntiamo al miglioramento delle attività ‘spoke’ dislocate sull’intero territorio della Capitanata. I lavori di manutenzione e l’acquisto della Tecar – conclude – sono il segnale tangibile di questo impegno”.

Oltre all’assessore Alessandro Paglialonga, presente in rappresentanza del sindaco di Orta Nova, ha preso parte all’evento anche Don Ignazio Pedone, parroco della Chiesa locale del Crocifisso, il quale ha svelato uno dei segreti del successo di questa struttura.

In questi anni siete stati in grado di portare innanzitutto un sorriso ai tanti pazienti, oltre che le dovute cure mediche e sanitarie. Credo che riuscire a strappare un sorriso a tante persone che soffrono sia la prima fase verso una totale guarigione”.

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