Quella appena trascorsa è stata la settimana in cui si sono tenute le prime riunioni politiche in vista delle elezioni amministrative previste per il prossimo anno a Stornarella. Sono tanti i gruppi che si stanno organizzando per esprimere un’alternativa e per succedere all’attuale sindaco Massimo Colia che, in questi cinque anni, ha dovuto fronteggiare la fuoriuscita dalla sua maggioranza di diversi consiglieri e assessori, in ultimo le dimissioni dalla Giunta di Angelo Melillo, ex assessore all’ambiente che si è dichiarato indipendente nel Consiglio Comunale.
Proprio intorno all’attuale sindaco, con una lunga esperienza nell’Italia dei Valori, si stanno rincorrendo diverse voci e rumors a riguardo di una sua eventuale ricandidatura. Massimo Colia avrebbe riferito ai suoi confidenti più stretti che tale scenario sarebbe da escludere, ma potrebbe trattarsi di pretattica. A prescindere da una sua eventuale ricandidatura, ci potrebbe comunque essere una figura in continuità con l’attuale amministrazione: la più probabile sarebbe quella di Brigida Cifaldi, attuale assessore alla cultura e alle pari opportunità che gode di un buon seguito soprattutto nel mondo della scuola e dell’istruzione.
Dai possibili profili della maggioranza, si passa a quelli dell’opposizione (extra consiglio, poiché a quanto pare nessuno dell’attuale minoranza è pronto a presentarsi come candidato sindaco). In questi cinque anni di amministrazione Colia, senza dubbio, almeno per presenza in piazza tramite comizi, il più attivo è stato Pasquale Fiorilli di Alleanza Democratica. Già candidato sindaco nel 2009, Fiorilli pare però poco propenso a stringere alleanze in paese, memore delle esperienze negative del passato. Attualmente può contare su un grande appoggio del mondo dello sport e delle società calcistiche dilettantistiche, nonché sul sostegno del settore del sindacato e dei lavoratori di FCA di Melfi che in paese sono comunque molto numerosi.
Oltre a questi due possibili raggruppamenti ce n’è un altro che sta cercando di inglobare tante realtà dell’associazionismo e partiti sulla cresta dell’onda alle ultime elezioni politiche. La scorsa settimana Celestino Dicorato, direttore di Poste e reduce dalla meritoria organizzazione del Festival del Pensiero, ha invitato al dialogo diverse compagini locali firmandosi per nome e per conto del collettivo “Percorsi in Comune”. Alla riunione della scorsa settimana hanno preso parte i militanti di Fratelli d’Italia, guidati dal portavoce locale Ercole Costa, anche lui ringalluzzito dal risultato delle politiche 2018 con il record di voti per il partito della Meloni di Stornarella. Dicorato, dalla sua pagina Facebook, ha lanciato un appello per la scelta del candidato sindaco di questo gruppo, approvando senza mezzi termini la legittimazione delle primarie. Con la volontà di trovare 4-5 punti di comune accordo da inserire nel programma, sta nascendo una realtà trasversale che potrebbe includere anche gran parte della locale sezione del Partito Democratico, seguendo il motto “tutti uniti contro gli attuali amministratori”. Se non sarà Dicorato o Costa, il candidato sindaco espresso da questa formazione eterogenea potrebbe essere una figura di sintesi individuata nella società civile (Pio Di Corato? Il fratello di Ettore Costa?).
Poi c’è la grande incognita Melillo. L’ex assessore all’ambiente non sembra poter rientrare in questi “Percorsi in Comune” e quindi starebbe sondando il terreno per capire con quale cornice formale poter tentare la scalata a palazzo di città. In merito a ciò non ha ancora sciolto le riserve, dopo aver abbandonato la squadra di governo. “I prossimi mesi – spiega Melillo a Il Megafono – saranno utili a valutare in quale misura continuare il mio impegno politico per la mia amata Stornarella. Sono certo che il mio contributo da Assessore Comunale oltre ad aver determinato nelle mie deleghe l’approvazione di storici provvedimenti, fra i quali l’avvio del porta a porta ha contribuito a risparmiare solo sulla mia delega in questi mesi circa 40.000€ di indennità Assessorile”. Parole che suonano come un’autolegittimazione verso una candidatura. Ma con quale formazione?
Nel frattempo, secondo quanto riferiscono vertici provinciali del M5S, ci sarebbero diverse figure giovani ben viste da tutto il gruppo regionale pentastellato. Tra queste rientrano Amalia Chiello e Giuseppe Mazzeo che finora però non hanno ancora espresso la volontà di partecipare attivamente alla competizione elettorale del prossimo anno, anche perché resta l’annosa difficoltà dei Cinque Stelle nel formare una lista a livello locale. Schiacciato sulle posizioni di Fratelli d’Italia resta il piccolo nucleo della Lega – Noi con Salvini, presente in paese ma finora senza alcun colpo ferire. Sullo sfondo di questo complicato quadro politico restano sornioni figure importanti della storia politica locale, come il Dottor De Angelis e Vito Monaco, che seppur non presentandosi direttamente potrebbero muovere ancora del consenso verso questa o quella compagine politica anche alle elezioni comunali del 2019.
“Sull’onda della sublime armonia tra 5stelle e Lega al governo, si intravedono spiragli di pacifiche unioni tra sponde apparentemente opposte. Succede così che in molti comuni il Partito Comunista dei Lavoratori e Forza Nuova stringano un accordo con l’unico intento di cacciare via gli attuali amministratori, accusati di viltà e corruzione, ed imporre alla popolazione l’orgoglio per la madrepatria, maggiore benessere e più giustizia per tutti.” (Sembra l’audio di un vecchio radiogiornale…)
Credo che fare alleanze tra persone con idee incredibilmente diverse tra loro, stringendosi attorno a pochi punti in comune, sia come pisciarsi addosso quando fa molto freddo: si sta al caldo solo per un po’.
Di fatto, i grandi partiti sono nati solo da grandi sacrifici, da grandi rivoluzioni o da grandi leader. E anche le amministrazioni comunali dovrebbero rispettare, nel loro piccolo, almeno uno di questi tre principi. Perché un conto è mettere d’accordo i politici, che magari son pure amici tra loro, un conto è mettere d’accordo gli interessi economici che stanno dietro quei politici. E che fanno fallire le nazioni, figuriamoci i comuni!