Dopo una storia millenaria e quasi 30 anni di chiusura al pubblico, dal 1980, anno che a seguito del terremoto, segnò il suo declino, sabato 3 agosto 2019 alle ore 19:00, la Città di Ascoli Satriano vivrà un momento emozionante: la riapertura del suo Castello Ducale. L’evento è stato possibile grazie alla sottoscrizione di una convenzione tra il Comune di Ascoli Satriano e la Fondazione Santa Maria del Soccorso, con la quale il Maniero dei duchi Marulli è stato dato in comodato alla Città dei Grifoni.


Il territorio del subappennino dauno offre numerosi elementi di interesse culturale che attendono di essere convenientemente conosciuti, valorizzati e messi a sistema. Ascoli Satriano è un’antica e nobile Città che svolge un ruolo privilegiato in tale contesto, in considerazione della ricchezza di testimonianze archeologiche di notevole importanza e di notorietà internazionale. Gemma luminosa di tale patrimonio è il gruppo marmoreo dei Grifoni, divenuti simbolo della cittadina e scelti per rappresentare la cultura italiana all’Expo di Milano, al convegno Unesco di Parigi del 2017 e recentemente di ritorno dall’esposizione al Quirinale nell’ambito della mostra “L’Arte di salvare l’Arte – Frammenti di Storia d’Italia”. Esso è espressione del ricco patrimonio custodito e per buona parte ancora sconosciuto sotto la coltre del parco archeologico dei Dauni; ma Ascoli, antica sede diocesana, racchiude anche importanti testimonianze architettoniche della civiltà e delle tradizioni cristiane di epoca medievale, rinascimentale e barocca. Tali testimonianze richiamano già al momento l’attenzione di numerosi turisti e visitatori e attraggono l’attività di gruppi di studiosi che, con frequenza crescente, rivolgono i propri interessi scientifici a questo territorio.

Il luogo vocato a fungere da riferimento territoriale per lo sviluppo e il potenziamento del ruolo culturale e di volano per l’economia del territorio di Capitanata è il Castello, che sorge alla sommità di uno dei tre colli su cui si adagia il centro storico di Ascoli. Il Comune di Ascoli Satriano ha avviato un programma di restauro e di rifunzionalizzazione del Castello ducale che ambisce a divenire il catalizzatore delle iniziative di studio, catalogazione, restauro e divulgazione del ricco patrimonio storico e archeologico presente in tutta la provincia di Foggia.

Il progetto di restauro e di valorizzazione del castello, inquadrato nella collaborazione avviata da tempo con il Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari, si articola in lotti funzionali, assistiti finora da finanziamenti statali e regionali. Al termine del primo lotto è stato possibile restituire alla comunità il Cortile Medievale del Maniero normanno svevo ed alcuni locali al piano terra, luoghi carichi di storia e tradizioni.

vlcsnap-2017-03-03-18h52m24s426L’inaugurazione avverrà alla presenza del noto critico d’arte on.le prof. Vittorio Sgarbi, in qualità anche di consulente gestionale per la realizzazione dei lotti di restauro successivi, e dell’on. avv. Paolo Agostinacchio illustre concittadino ascolano, del Vescovo della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano Mons. Luigi Renna e del prof. dott. Ignazio Carabellese del Politecnico di Bari.

La posizione del castello nel centro storico e la sua dimensione consentono di offrire nuovi servizi rivolti ad un pubblico diversificato, che integra quello tradizionale degli studiosi e dei ricercatori. Secondo l’ampia visione descritta e perseguita dall’amministrazione comunale, si prevede di configurare alcuni degli spazi per l’esposizione permanente dei tesori archeologici ascolani, mentre altri potranno adibirsi alla custodia, alla catalogazione e laboratori per il restauro dei rinvenimenti archeologici provenienti dall’intera provincia di Foggia, divenendo luoghi di formazione e di trasmissione della cultura.



Questa Amministrazione mira dunque a completare l’azione intrapresa, insediando anche il ricco patrimonio librario della Biblioteca Comunale, con tutti gli ambienti e servizi complementari, negli ampi e prestigiosi locali del piano nobile del Castello, liberando la struttura attualmente utilizzata dell’ex seminario serafico, impropriamente adattata all’uopo. La rinnovata struttura e l’incrementata presenza di visitatori non potrà che incrementare e attrarre nuovi interessi e promuovere l’avvio e la crescita di attività economiche a supporto della fruizione turistica e culturale (ristorazione, ricettività, artigianato locale, ecc.).

Di tale processo sarà partecipe la cittadinanza di tutti i centri vicini, la quale potrà usufruire di una struttura aperta alla società, un servizio dove le esigenze e le necessità culturali di tutti possono trovare risposta. Si potranno svolgere quindi progetti mirati a diverse fasce di pubblico (i ragazzi, gli adolescenti, le casalinghe, i pensionati), che possono essere avvicinate all’attività della biblioteca valorizzando il patrimonio librario e offrendo strumenti adeguati ai loro interessi: la lettura infantile, internet, la musica, i romanzi, i giornali e le riviste, adattando gli orari di apertura secondo le esigenze delle diverse fasce di utenza e coerenti con le tradizioni locali. Si tratta di una forma particolare di turismo culturale legata alla scoperta delle radici, delle attività pre-industriali, e della flora e della fauna di alcuni tipici ecosistemi. Vi sono, infatti, aree interessanti per la flora e la fauna che vive nel territorio, il quale presenta zone ancora incontaminate o protette e per questo ricche principalmente di avifauna.

A restauro ultimato, il castello diverrà uno dei principali nodi della rete che collegherà il patrimonio storico e culturale esistente in Capitanata. La rete culturale che si intende costituire servirà per creare un ponte, un collegamento e quindi un aiuto reciproco tra queste realtà così vicine tra loro e ricche di cultura e bellezze naturali. I musei di questi comuni sono spesso ubicati all’interno di castelli restaurati e curati, che da soli rappresentano piccoli gioielli artistici dei secoli scorsi e raccontano la storia di questa splendida regione. Un patrimonio, quindi, che in molti, soprattutto volontari, legati e cresciuti in questa realtà, vogliono valorizzare e far conoscere a chiunque possa in qualche modo esserne interessato.

Il cammino è stato intrapreso anche con la pubblicazione di uno studio del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari, del quale, in occasione dell’evento in parola, il prof. Ignazio Carabellese darà ampia illustrazione, anche con la descrizioni di particolari inediti, come la scoperta di alcune camere segrete dell’imponente Maniero.

Comunicato Stampa

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