“Dall’obesità si può, anzi, si deve guarire. Per farlo è necessario un cambiamento delle abitudini alimentari e dello stile di vita”. E’ il messaggio più importante emerso dall’Open Day su Obesità e Disturbi alimentari svoltosi nel week-end e organizzato dal centro Riabilita di Foggia.
Per l’occasione è stato presentato il Protocollo Obesità a cura del professor Nicola Muscatiello, eccellenza medico-scientifica del nostro territorio, professore universitario specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, direttore del Reparto di Endoscopia digestiva ad indirizzo di urgenza presso gli Ospedali Riuniti di Foggia.
A presiedere l’incontro anche Vincenzo Nuzzi (amministratore unico di Riabilita Srl) e Luigi Giorgione (coordinatore Rete regionale ed esperto progettazione per l’Obesità patologica della Regione Puglia).
Proprio quest’ultimo ha illustrato il piano diagnostico terapeutico assistenziale condiviso con Ares (Agenzia regionale strategica per la Salute e il Sociale) di cui la Regione Puglia dovrebbe prossimamente dotarsi.
L’adozione del protocollo Obesità renderebbe la Puglia unica in Italia: il piano (che una volta approvato avvierà l’accreditamento delle strutture sanitarie) prevede la suddivisione in 3 macro-aree territoriali tra cui il distretto che farà capo a Foggia: il paziente verrà preso in carico e affidato ad un’equipe medica specializzata per la diagnosi e la cura. A seconda dei casi clinici, si procederà alla riabilitazione o all’intervento bariatrico, a seguire i quali il protocollo prevede un follow-up di 5 anni a stretto contatto con le figure mediche di riferimento (endocrinologo, gastroenterologo, fisioterapista e psicologo). Il tutto in maniera gratuita per i pazienti esenti da ticket.
Insomma un bel piano di contrasto alla “patologia del nuovo millennio” – come l’ha definita il professor Muscatiello – che influisce a 360 gradi sulla salute del paziente (versante medico, psicologico, sociale, sessuale) e che conta sul nostro territorio 1 milione e trecentomila casi con il 13 percento che riguarda i bambini.
Se la genetica può influire sull’obesità il fattore imprescindibile per sconfiggerla è la determinazione attraverso un corretto stile alimentare e di vita. Per dimostrarlo il professor Muscatiello ha riportato, dati scientifici alla mano, un esempio parallelo molto calzante: “Il gene della celiachia è presente soltanto in un individuo ogni 300, ma i casi di celiachia che si sviluppano nella popolazione sono molti di più”.
E questo vale anche per l’obesità. Ciò che conta davvero per contrastarla è l’alimentazione, da cui si possono ricavare dei paradossi molto interessanti. Sì, perché “l’obeso è fondamentalmente un malnutrito”, ha affermato Muscatiello.
A dimostrarlo un suo allievo, Leonardo Tomaiuolo, studente del secondo anno di Dietistica all’Università degli Studi di Foggia che ha posto l’attenzione sul rapporto tra l’abuso di zuccheri e lo sviluppo della massa grassa. “Gli zuccheri fanno ingrassare e sono, per di più, calorie vuote, carenti in termini di vitamine, minerali ed altre sostanze nutritive necessarie al corretto funzionamento dell’organismo. Per questo motivo, pur apportando energia, il corpo non è mai del tutto soddisfatto e si avverte il ritorno precoce della fame”. Ecco allora la black-list di alimenti e bevande: una Coca Cola da 330ml corrisponde al consumo di 9 bustine di zucchero; uno yogurt greco vale 5 bustine e mezza; un brick di succo di frutta 8 bustine. E’ importante, di più, evitare l’abuso di pizze, panini e focacce.
Gli zuccheri, insomma, possono essere dannosissimi. Anche per il microbioma, fattore essenziale nella prevenzione all’obesità: “Il microbioma è un super organo del corpo umano, un secondo genoma” come lo ha definito Giampietro Feninno, anch’egli studente dell’UniFg al secondo anno di Dietistica. “E’ in stretta interdipendenza alimentare con il nostro organismo; rappresenta il 3 percento della massa corporea ed è presente nel tratto intestinale, nel cavo orale e sulla pelle, cambiando nel tempo a seconda di ciò che mangiamo”. Svolge funzioni fondamentali: tra le altre regola il sistema immuninitario; la sintesi di vitamine; il metabolismo; la digestione alimentare; promuove o rallenta l’assorbimento dei grassi.
L’alterazione del microbioma porta a gravi conseguenze: tra esse, manco a dirlo, l’obesità. Ecco allora gli alimenti “amici” di un “buon” microbioma: frutta; verdura, in particolar modo crauti; ortaggi; legumi; cibi fermentati e probiotici. Attenzione però all’assunzione di antibiotici e alle sostanze antifungine ritrovabili nella carne e nel pesce d’allevamento o spesso presenti nelle verdure della grande distribuzione alimentare.
Infine se tutto ciò non bastasse a rappresentare un grosso spauracchio ecco il rapporto tra obesità e insorgenza di tumori: “L’aumento della massa grassa è un forte insulto irritativo per l’organismo. Esiste, per esempio, nella popolazione femminile una conclamata evidenza scientifica del legame tra obesità e tumore alla mammella”, ha sentenziato Muscatiello. La lista degli elementi pro e anti tumorali l’ha fornita Mattia Romano (collega di Tomaiuolo e Feninno), sfatando pure qualche mito moderno. Via libera allora a pomodori (grazie al licopene), soia, fibre, omega tre, vitamina D; cartellino rosso per alcool, affettati e carni cotte a temperature elevate. Nessuna prova invece che i cibi bio, tanto decantati dalla vulgata più trendy, riducano il rischio di insorgenza del cancro, e nemmeno l’aglio e il thé.
Innocui, a differenza delle credenze diffuse, il caffè, i pesticidi e il fluoro: “Non esistono prove scientifiche che aumentino il rischio tumorale”, ha sottolineato Romano. Mentre l’assunzione acritica di antiossidanti e acido folico potrebbe fare più male che bene.
Il vademecum sulla sana alimentazione, però, può non essere sufficiente se non integrato con una quotidiana attività fisica. Questo è vero sia per la prevenzione all’obesità che per la riabilitazione da essa, in un processo terapeutico che, hanno evidenziato Muscatiello e i suoi allievi, “deve essere sempre determinato ma graduale, mai repentino”.
Il centro Riabilita, inaugurato solo pochi mesi fa, interviene sul follow-up del paziente con un sostegno e un monitoraggio di tipo fisioterapico, nutrizionale e psicologico. Tra le strutture e i percorsi adibiti alla terapia – hanno illustrato Antonio Marino e Gaetano Lorusso, fisioterapisti di Riabilita Srl – il centro annovera una palestra per la ginnastica respiratoria; una piscina a due profondità per l’idrokinesiterapia e due percorsi vascolari d’acqua calda e fredda; una grotta del sale; programmi di riduzione del dolore attraverso strumentazioni specifiche; pressoterapia e linfodrenaggio; aerosolterapia.
Sconfiggere l’obesità è una sfida rock. Lo ha ricordato, al termine del suo intervento, Lorenzo Tomaiuolo con le parole dei Led Zeppelin…”There’s still time to change the road you’re on”.

Fabrizio Sereno

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