Il Covid-19 ha delle evidenti ricadute sulla salute fisica, ma anche delle non sottovalutabili ricadute sulla psiche delle persone, non di certo abituate a vivere in un periodo di forti sollecitazioni emotive come quello che stiamo attraversando a causa dell’epidemia. Per questo motivo sette esperte, tra psicologhe e psicoterapeute di Orta Nova, si sono messe a disposizione del Centro Operativo Comunale per offrire un supporto a tante persone che stanno soffrendo questa situazione dal punto di vista psicologico.
Anna Maria Rinaldi, Maria Rosaria Attini, Valentina Abruscio, Giulia Paglialonga, Maria Rita la Manna, Antonella Miele e Valeria Papagno rispondono quotidianamente al centralino (3296066011) dal lunedì alla domenica, dalle ore 16 alle ore 17, attraverso un servizio coordinato dalla Misericordia di Orta Nova, un servizio che garantisce la privacy di chi chiama ed è totalmente gratuito. Sono sempre più numerose le realtà di protezione civile che si stanno dotando di un servizio simile a questo, da inserire tra le armi più efficaci per affrontare questa situazione emergenziale. Sebbene ci sia ancora una certa timidezza da parte dei fruitori, le esperte sono pronte a dispensare consigli utili per vivere con serenità un periodo così difficile. Abbiamo chiesto loro di diffondere alcune “pillole” comportamentali per non perdere la bussola e saper gestire al meglio questo tempo “congelato” che impone di rimanere a casa ma che può essere una grande opportunità per apprendere tante cose su sé stessi. Segue l’intervista.
1) QUALI SONO LE BUONE PRASSI PER AFFRONTARE AL MEGLIO QUESTO PERIODO DI QUARANTENA? “Alcune potrebbero essere le seguenti – afferma Valentina Abruscio. “Innanzitutto bisogna organizzare il tempo quotidiano alternando attività pratico-manuali (ad es. cucinare, svolgere faccende domestiche o di manutenzione ordinaria, ecc.), ad attività puramente intellettuali (ad es.: guardare film, leggere, ecc.); bisogna conservare ritmi regolari sonno-veglia”. “Una buona abitudine – continua Antonella Miele – è quella di mantenere le relazioni con metodi alternativi, facendo ricorso alla tecnologia di cui siamo circondati; telefonate, video chiamate, registrazioni da inviare a parenti ed amici”.
2) CHE CONSIGLIO VI SENTIRESTE DI DARE AI MEDICI E AGLI OPERATORI DELLA SANITA’, IMPEGNATI IN PRIMA LINEA NELLA LOTTA AL COVID-19? “Il consiglio migliore in questi casi è quello di prendere in considerazione l’opportunità di affidarsi ad uno specialista della salute mentale, che offra loro un valido supporto emotivo e monitori costantemente lo stato di benessere psicologico” – risponde Valentina Abruscio. “Il medico, l’infermiere o l’operatore sanitario in questo momento, proprio perché tesi a salvare vite, sono portati a rimuovere tutti i contenuti emotivi che creerebbero angoscia, non permettendogli di avere la giusta freddezza per poter operare. Ecco – continua Anna Rinaldi – bisognerebbe dedicare un momento della giornata a mettersi in contatto con quella parte profonda, li aiuterebbe a non uscire dall’emergenza in preda a crisi depressive, risultato di una rimozione nel lungo termine di contenuti troppo dolorosi”. “La normalizzazione dei sentimenti è la vera sfida” – conclude Giulia Paglialonga. “L’ansia, la paura e la perdita fanno parte di questa partita a scacchi. Non possiamo giocarla aspettando di non provarli”.
3) QUANDO TUTTO TORNERA’ ALLA NORMALITA’ – SI SPERA PRESTO – QUALE EREDITA’ PSICOLOGICA/COMPORTAMENTALE CREDETE CHE LASCERA’ QUESTO PERIODO? “Probabilmente questo tempo potrebbe far emergere vulnerabilità personali e/o familiari, che i ritmi soliti ci permettono di negare o spostare” – aggiunge Maria Rosaria Attini. “Allora questo potrebbe essere una opportunità per acquisire maggiore consapevolezza del nostro tempo, che talvolta subiamo, piuttosto che vivere in maniera propositiva; la stessa cosa vale per le relazioni più intime, penso ad esempio alla coppia che si trova inaspettatamente a passare molto più tempo assieme; valutate la funzionalità delle nostre relazioni; incardinate buone abitudini come il tempo da dedicare alla cultura”. “Al termine di questo periodo bisognerà ristabilire il controllo” – aggiunge Maria Rita la Manna. “Riconoscere e accettare l’incertezza, spostare l’attenzione sulle proprie azioni e attività invece di distrarsi dalle emozioni inutili, saper chiedere aiuto e ascolto del proprio tempo interno”. “Sicuramente avremo consapevolezza della condivisione di uno stesso destino con gli altri. E soprattutto la percezione che salvando e aiutando gli altri si salva e si aiuta soprattutto se stessi” – conclude Anna Maria Rinaldi.
4) COME COMPORTARSI PER L’ACCESSO ALL’INFORMAZIONE? E’ MEGLIO RESTARE CONSAPEVOLI O DISTRARSI DAL BOMBARDAMENTO MEDIATICO? “È bene dedicare un solo momento della giornata alla lettura ed ascolto di notizie rigorosamente da fonti ufficiali come Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, telegiornali nazionali e giornali” – suggerisce la dottoressa Miele. “Forse ci rendiamo conto che i mezzi di comunicazione non soddisfano davvero i nostri bisogni di accudimento” – aggiunge Valeria Papagno. Da neomamma posso dire che pesa il sentirsi isolate, si può cadere in un loop di pensieri ed emozioni negative”.
Le psicologhe e psicoterapeute intervistate sono convinte del fatto che vivere il tempo in maniera diversa, soprattutto secondo ritmi interni a sé e alla famiglia potrebbe lasciare un eredità tale per cui si potrebbero generare un riassetto delle priorità e nuova consapevolezza dei veri bisogni emotivi. Anche dai periodi di difficoltà, quindi, si possono trarre degli aspetti positivi, l’importante è isolarli e prendere consapevolezza del percorso da seguire e degli obiettivi da perseguire anche in questo periodo. In questo periodo di permanenza domestica, inoltre, potrebbero acuirsi delle condizioni di pericolo nei rapporti interpersonali. In questi casi non bisogna rinunciare ad appellarsi alle autorità competenti, perché anche in emergenza esistono delle annose questioni che di certo non spariscono con il Coronavirus.