Questa mattina è rientrato in Italia il 47enne albanese VRAPI Luan, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Foggia il 24.11.1999 per omicidio volontario e lesioni personali aggravate.

L’ex latitante, rintracciato grazie alla frequente e consolidata collaborazione tra la polizia albanese e l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza italiano operativo a Tirana, e grazie al lavoro della Divisione Interpol dello SCIP, è un personaggio noto alle cronache italiane, poiché è accusato, in concorso con altri, dell’omicidio del giovane bracciante di 22 anni, Hyso Telharaj, avvenuto nel settembre 1999 nelle campagne di Foggia.

ll nome di Hyso è diventato un simbolo della ribellione contro l’odiosa piaga del caporalato, ma anche di riscatto e rinascita, ricordato spesso da Libera che per il ventennale della morte, a settembre 2019, ha promosso tre giorni di memoria e impegno dal titolo “Il dolce sorriso di Hyso Telharaj”.

Partito per l’Italia insieme al cugino, il 17enne Simon Tragaj, iniziarono a lavorare come braccianti nella raccolta dei pomodori tra Cerignola e Borgo Incoronata. Il 5 settembre 1999 Hyso fu assassinato in un vero e proprio agguato, per essersi ribellato alle regole del caporalato. Dell’omicidio e della storia di Hyso ha parlato anche il presidente di Libera, Don Ciotti lo scorso 15 novembre 2019, nella sua visita a Tirana insieme al Procuratore Nazionale Antimafia, portandolo come esempio di dignità, coraggio e della ribellione ad ogni forma di criminalità organizzata.

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