“Il mio personale in bocca al lupo, ma Teresa Cicolella non è la candidata, né di tutto il circolo di Cerignola, né proprio del circolo in punta di Statuto regionale (art.6, c. 3), visto che spetta al coordinamento dare attuazione alle indicazioni degli iscritti per scegliere i candidati nelle elezioni comunali, provinciali e regionali, ma per la prima volta nella storia di questo Partito l’organismo non si è mai riunito”. Questo è quanto sottolinea l’ex consigliere comunale di Cerignola, Tommaso Sgarro, in vista delle elezioni regionali per le quali la Cicolella sarà espressione del Partito Democratico.

“I tesserati e gli elettori del PD di Cerignola hanno dovuto apprendere di questa scelta da una conferenza stampa della Federazione foggiana e dai social network. Una candidatura che, dalle parole che ho sentito nasce contro qualcuno e non per qualcosa, una candidatura decisa altrove così, mentre altre compagini politiche hanno ragionato per unire, da questa parte si è lavorati per disunire e alzare muri mentre noi abbiamo sempre cercato di costruire ponti. Per questo la candidatura della Cicolella è un gravissimo errore politico in cui non ci faremo coinvolgere e, da elettori, sicuramente il nostro voto sarà orientato altrove”.

“Quanto accaduto non sorprende: è la stessa logica che ha portato al rifiuto del mio tesseramento. Nonostante il Regolamento, approvato dalla Direzione Nazionale il 18 gennaio 2020, all’art. 8 preveda esplicitamente che sia il coordinamento a dover decidere che non vi siano i presupposti per il rilascio della tessera, mai è stato convocato l’organismo, sia per assenza di coraggio, che di numeri. Un fatto di natura personale e non politica, come dimostra il diniego della tessera anche a mio padre. Il Partito Democratico è oramai cosa privata e gli organismi non esistono più. Non esiste più una comunità. Molte amiche, molti amici, molte compagne e compagni hanno deciso, o di rifiutare, o di non rinnovare la tessera, mentre molti la restituiranno perché pensano che fare politica sia altra cosa. Sono di sinistra perché sono contro ogni sopruso; se un partito che si dice di sinistra diventa il luogo stesso del sopruso e dell’interesse privato non c’è più motivo per restarci”.

“Per tutto questo, e dopo quanto accaduto in Consiglio Regionale per la mancata approvazione della doppia preferenza di genere, che penalizzerà la presenza femminile nelle liste, ho anche comunicato all’On. Lacarra la decisione di lasciare il mio ruolo in Segreteria regionale, dove continuavo ad essere presente nonostante il comportamento antistatutario e antidemocratico del PD cerignolano, nel rispetto dell’incarico che mi era stato affidato dal Segretario” – conclude Sgarro. “Tutto ciò, per la passione politica e lo spirito di appartenenza, cui nessuno avrebbe mai potuto costringermi ad abdicare, mi è costata moltissima sofferenza. E tuttavia ho dovuto farlo. Non in segno di resa o di rinuncia ai miei principi e valori, ma nel tentativo di far capire a chi ha la responsabilità e il ruolo per intervenire, che per me come per tantissimi altri non ha senso continuare a restare e lottare in un Partito per lo più ostile a chi vuole fare politica, e impotente rispetto a logiche di puro potere e autoconservazione personale”.



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