Da una parte lo sconforto per non poter (ancora) riaprire. Dall’altra la rabbia perché di assembramenti fuori ce ne sono, eccome. Nella Puglia che si riscopre per la seconda settimana di fila in zona arancione, ha suscitato clamore la denuncia del noto locale foggiano Trattoria Mò, che in un lungo post ha sottolineato l’assurdità della presenza di migliaia di giovani a Parco San Felice, mentre i locali sono costretti a non poter far sedere i propri clienti ai tavoli. Il parco urbano viene ormai preso d’assalto praticamente tutti i giorni da giovani e meno giovani, che si riversano lì spesso senza rispettare le norme anti Covid, ed è diventato oggetto di polemica anche da parte di altri Foggiani.
“Ogni sera si ripete la stessa assurda contraddizione: locali vuoti, al buio; titolari disperati. Intere categorie commerciali danneggiate irreparabilmente – si legge sulla pagina Facebook del locale gestito da una coppia, che aveva provato inutilmente a segnalare l’accaduto alle forze dell’ordine -. Dall’altra parte migliaia di persone affollano i parchi. Nell’indifferenza di amministratori e forze dell’ordine. In barba a decreti che tutti cerchiamo di rispettare sacrificando un po’ di noi. Rendendo assolutamente vano il sacrificio della nostra categoria, di famiglie seppellite in casa, di bambini rinchiusi da mesi. Vanificando perfino la perdita di nonni e genitori. Qualcuno questo ce lo deve spiegare”.
Il post, in poche ore, ha raggiunto 690 like, 560 condivisioni e oltre 58.000 interazioni. E rappresenta bene lo stato d’animo di diversi commercianti, sull’orlo di una crisi di nervi, oltre che economica, per i divieti che rendono impossibile continuare a lavorare. “Siamo chiusi da ottobre e abbiamo sulle spalle la responsabilità delle nostre famiglie e delle famiglie dei nostri collaboratori. Con questa gestione fallimentare il sacrificio di pochi non servirà a nulla”, scrivono i titolari del locale.