Un libro che cerca di mantenere vivo il ricordo doloroso di un periodo che ha segnato ognuno di noi, quello del covid. Un romanzo che ribadisce l’importanza di tenere viva la memoria, i legami, le relazioni, che aiutano a superare i momenti di maggiore fragilità e solitudine. Lo scrittore Carmelo Greco fa tappa a Foggia per presentare il suo ultimo lavoro “La strada di Miriam”, pubblicato da Scatole parlanti. La presentazione si svolgerà giovedì 18 aprile 2024, a partire dalle ore 18.30, presso gli spazi di “centonove/novantasei”, la bottega in piazza Cavour n. 3 che vende prodotti etici, solidali e liberati dalle mafie, e che accoglierà l’autore.

“La strada di Miriam” è un romanzo “on the road” in cui a parlare è Miriam, la stessa protagonista. Si svolge lungo la Penisola, da Milano fino a una zona dell’Italia dietro i cui nomi fittizi è facile riconoscere il Salento. Ambientato nel 2020, l’annus horribilis della pandemia, la storia si articola in momenti digressivi e progressivi spiazzanti di cui, insieme all’io narrante, protagonista è il percorso stesso che è necessario condurre per arrivare allo scioglimento finale. Non si tratta di una strada qualunque, perché Miriam si muove in un mondo devastato da una apocalisse dove quello che conta, nel contesto imprevedibile che ha stravolto l’ordine morale e naturale delle cose, è la memoria e il suo unico punto di positività incarnato dal nonno.

La serata organizzata nell’ambito della rassegna “Libri in Bottega” si inserisce nel programma di eventi culturali e sociali organizzati da “centonove/novantasei”, promossa dal consorzio di cooperative sociali Oltre/ la rete di imprese per animare il territorio e favorire occasioni di incontro, riflessione e confronto attraverso la voce di esperienze, testimonianze, storie. Come quelle contenute nel libro di Carmelo Greco,  il cui cognome della protagonista Miriam è Fonte come tributo a Renata Fonte, uccisa il 31 marzo 1984 da due sicari a Nardò, il Comune in provincia di Lecce di cui era assessore. È anche grazie alla sua testimonianza e al suo sacrificio se esperienze come quella di centonove/novantasei hanno potuto costruire una vera alternativa a un ingranaggio malavitoso che intossica la Puglia e non solo.

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