Nella mattinata di ieri, presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Foggia si presentava una ragazza di 30 anni per proporre istanza di protezione internazionale. Nel trattare la relativa pratica, i poliziotti con l’assistenza della mediatrice culturale le rivolgevano alcune domande riguardanti il suo percorso personale e i motivi della richiesta di asilo.

Durante il colloquio la ragazza riferiva che sua sorella, di un anno più piccola, si trovava in Italia, non conoscendo però ulteriori dettagli. A seguito di accurati accertamenti, i poliziotti riuscivano a rintracciarla, constatando che fosse regolarmente soggiornante proprio nella provincia di Foggia. Quest’ultima, contattata telefonicamente, non credeva che la sorella potesse trovarsi proprio qui, a pochi passi da lei, poiché aveva perso le sue tracce molti anni prima, ritenendola ormai deceduta. Nonostante lo scetticismo, il personale dell’Ufficio Immigrazione riusciva a convincere la ragazza a raggiungere la Questura per verificare di persona cosa stesse accadendo.

L’inaspettato incontro tra le due sorelle dopo 9 anni e infinite vicissitudini è stato indescrivibilmente toccante, tra lacrime di gioia, pianti di incredulità e ringraziamenti interminabili alla Polizia di Stato per aver permesso il loro ricongiungimento. “Davvero posso portare mia sorella a casa mia e tenerla con me?!” ha affermato la ragazza. La Polizia di Stato augura ad entrambe buona vita.

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