«Amare non è controllare. Amare è rispettare». «Fermiamo il femminicidio. Difendiamo le donne». «Le donne hanno il diritto di vivere senza paura. Non sei sola: chiedi aiuto». «La violenza è non poter andare a scuola e non poter vestire come tu vuoi». «Rispetto per tutte le donne, sempre». «I diritti delle donne sono fondamentali per uan società giusta e sostenibile». A gridare insieme «No alla violenza sulle donne» sono beneficiarie e beneficiari del progetto SAI – Sistema di Accoglienza e Integrazione promosso dal Comune di Cerignola ampliamento, con l’adesione del Comune di Stornarella, gestito dalle cooperative sociali Medtraining, SocialService e Un sorriso per tutti. Un video realizzato dagli stessi migranti in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che si celebra il 25 novembre di ogni anno quale occasione di confronto, riflessioni, sensibilizzazione.
Sabato 23 novembre, alle ore 10.30, presso il campo sportivo “Gaetano Scirea” di Stornarella, i beneficiari del progetto SAI parteciperanno all’evento “Un calcio ai pregiudizi”, triangolare di calcio femminile che ha la finalità di ribadire l’impegno della comunità contro la violenza sulle donne. Per l’occasione, guidati dall’equipe multidisciplinare del progetto di accoglienza, i migranti sono stati coinvolti in queste settimane in un laboratorio in cui sono state integrate attività didattiche, momenti di riflessione interculturale sul ruolo e la condizione delle donne nei rispettivi Paesi di origine, e la produzione di un elaborato finale.
I beneficiari del SAI Cerignola ampliamento, quindi, hanno espresso pensieri, condiviso riflessioni, raccontato ciò che accade nei loro territori. Arrivano da Afghanistan, Ucraina, Somalia e Kurdistan iracheno. Hanno realizzato il video per sensibilizzare piccoli e grandi e richiamare l’attenzione su una violenza dalle diverse forme: fisica, sessuale, verbale, psicologica. A realizzare il video è stato Omid Sadiqì, tra i beneficiari accolti nel progetto. «In Afghanistan durante il governo democratico le donne godevano dei diritti, come lavorare, studiare, uscire di casa liberamente. Ora, con l’arrivo dei Talebani, questi diritti sono stati completamente tolti e questo rappresenta una grave violazione della loro dignità e libertà» dice nel video lo stesso Sadiqì, giornalista afghano, che insieme alla sua famiglia è dovuto fuggire dal suo Paese dopo il ritorno dei talebani al potere ed oggi inserito nel progetto di accoglienza e integrazione.