E’ stata sgominata la banda che tentò un assalto ad un portavalori sulla strada che collega Lecce a Brindisi. Tra gli artefici dell’assalto ci sono anche due foggiani e un lucerino. E’ quanto è emerso dalla vasta operazione messa in atto alle prime luci dell’alba da circa 150 persone tra agenti della polizia delle questure di Brindisi, Foggia e Bari, coadiuvati da personale del servizio centrale operativo, della Scientifica di Roma nonché da numerosi equipaggi del reparto prevenzione crimine Puglia.

L’operazione di polizia giudiziaria, denominata “Long Vehicle”, è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Brindisi e finalizzata a sgominare la banda che poco prima dell’8 gennaio 2018, alle ore 7.00, assaltò il furgone blindato portavalori della ditta Cosmopol bloccato sulla superstrada Lecce-Brindisi da un commando di oltre 10 persone tutte armate di fucili mitragliatori kalashnikov. Il gruppo logistico che organizzò l’assalto aveva la propria base a Cerignola. Sette le persone ora destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui una ancora irreperibile.

Sono stati arrestati Raffaele e Pietro L’Abbate, padre e figlio di 50 e 29 anni di Monopoli, Ciro Morelli, 63 anni di Foggia, Nunzio Arnese, 60 anni di San Ferdinando di Puglia, Addolorata Piazzolla, 57 anni di San Ferdinando di Puglia, Paolo Padalino, 56 anni di Foggia. Obbligo di dimora per Antonio Luigi Ricci, 64enne di Lucera.

Ad incastrare il gruppo una ingenuità colossale: uno dei membri della banda raccontò ad una ragazza l’accaduto con tutti i dettagli, vantandosi di essere un dirigente della Polizia di Stato. L’assalto al portavalori che era appena partito da Lecce fu programmato nei minimi particolari. I criminali accostarono il portavalori tra le uscite di Cerano e Tuturano e, con i mezzi in corsa, esplosero colpi di fucile a canne mozze mirando alle ruote, ma rischiando anche di colpire una guardia giurata. Due mezzi, un’auto e un furgone di traverso sulla carreggiata, per bloccare la corsa del blindato. Sull’asfalto lanciarono chiodi a quattro punte. Sembrava il piano perfetto, ma il commando armato fu costretto a fuggire a mani vuote.

Le due guardie giurate a bordo , nonostante il terrore, riuscirono a rimanere lucide e a non uscire dall’abitacolo. I criminali furono costretti a mollare il colpo e scappare a piedi in campagna per poi, a quanto pare, salire a bordo di un altro furgone che li aspettava. Lungo la statale 613, diverse auto che erano dietro al portavalori in panne con le gomme bucate dal tappeto di chiodi.



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