«Caro Presidente, le Sue parole hanno offeso gli oltre 100.000 volontari che compongono la confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, di cui ci onoriamo far parte e gli oltre 3mila volontari della Federazione pugliese che presiedo.  Forse Lei non sa che questo Movimento, da 8 secoli – dal 1244 -, serve la Persona, con passione ed amore e che continuerà a farlo, nonostante la gravità delle Sue parole». Inizia così una lettera a firma del Presidente della Federazione delle Misericordie di Puglia Gianfranco Gilardi dopo le parole del Presidente della Regione Michele Emiliano alla presentazione del nuovo sistema del 118 di Lecce affidato alla Sanitaservice. Le Misericordie pugliesi, sette sedi per la precisione, hanno gestito il servizio di 118 in convenzione con la Regione sin dalla nascita nel lontano 2002.
«Quei volontari offesi sono gli stessi che ora hanno avuto la soddisfazione di essere assunti in maniera stabile con l’internalizzazione e che sono stati formati negli anni dalle nostre associazioni – spiega Gilardi – di cui, sedendo ai tavoli tecnici vari (regionali e locali), non abbiamo mai rinnegato l’importanza e tantomeno contestato. Quello che è inaccettabile però e che si possano fare delle illazioni anche velate sulle associazioni facendole passare come banco di lavoro nero e, addirittura, di falsi volontari o di ‘negativi datori di lavoro’. No questo no. Le Sue affermazioni di una migliore condizione di vita per i neo assunti perché oppressi dalle associazioni sono veramente offensive e pretestuose, ed il riferimento a ‘scambi elettorali’ è fuori luogo. La scelta di affidare il servizio alla Sanitaservice è tutta politica. Tra le altre cose dopo la nascita del servizio che è stato un fiore all’occhiello in tante Asl pugliesi per diversi anni sin dal 2002, abbiamo combattuto per permettere la stabilizzazione dei volontari con la possibilità di includere almeno 4 dipendenti per postazione a partire dal 2008. Poi abbiamo invano richiesto la possibilità di aumentare questa cifra ad 8 ma la regione ha sempre rifiutato per problemi economici».
«E’ bene rimarcare che il servizio 118 in convenzione era “conveniente” per l’ente – dice ancora Gianfranco Gilardi – poiché costa almeno un quarto di quanto costerà ora. Se ci fosse stato quell’aumento da noi richiesto sarebbero state le stesse associazioni che hanno fatto enormi investimenti e molteplici sacrifici a stabilizzare tutti i volontari. Ma gridare allo sfruttamento è parso il modo più facile per poter agevolare il percorso verso la Sanitaservice. Nessuno di noi comunque contesta questo passaggio che rispettiamo, ma non possiamo accettare che le associazioni vengano infondatamente accusate di inaffidabilità e buttate fuori dal sistema di emergenza urgenza in palese controtendenza con quello che si vorrebbe fare a livello nazionale. Chi ha aperto la strada al 118 sono state proprio le nostre associazioni e non certo gli enti pubblici. Le allusioni poi a qualche pseudo associazione che si è comportata male ovviamente non è possibile fare di tutta l’erba un fascio: in quei casi è anche mancato il controllo delle istituzioni preposte, e poi in tutti i settori ci sono le ‘pecore nere’ che rovinano l’immagine basti vedere le inchieste sulla stessa Sanitaservice».

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