“Il cammino incomincia e il viaggio è già finito”. Questa era la celebre frase di Pierpaolo Pasolini nel film “Uccellacci e uccellini” in riferimento al marxismo, come sogno infranto, dopo l’esperienza dell’Unione Sovietica. Lo stesso aforisma potrebbe essere utilizzato per quanto riguarda la situazione che il Movimento 5 stelle sta attraversando in questi mesi. Il caso Pizzarotti di questa settimana è solo l’ennesimo episodio che dimostra che l’essenza del Movimento sta cominciando a sgretolarsi.

Ma facciamo un passo indietro: sappiamo perfettamente che l’obiettivo del Movimento, quando è nato, era quello di portare una ventata di novità all’interno del panorama politico italiano e di arrivare a ribaltare l’attuale situazione sociale del nostro paese. Facendolo, tante volte, con l’esasperazione delle loro idee. Arrivando, spesso, ad etichettare come lo “sciocco” di turno chi milita all’interno di un partito e scagliandosi contro i politici “datati”. Ma ciò che ha permesso il successo del Movimento è stata l’idea che una volta arrivati al governo o ad amministrare le varie realtà territoriali, avrebbero rivoluzionato il modo di fare politica.

A tal proposito diceva Platone che esistono due mondi: uno iperuranico (il mondo delle idee); e quello della realtà. Le idee, secondo lo stesso filosofo, sono un qualcosa che non possono mai venire a verificarsi nella realtà. E la realtà è semplicemente una copia imperfetta di quelle idee. I casi che sono venuti fuori in questi anni hanno dimostrato esattamente questo. Pensiamo, per esempio, al caso Quarto: il sindaco Rosa Capuozzo, candidata con i grillini, è stata accusata di aver vinto le elezioni con l’appoggio della Camorra. E una volta espulsa dal Movimento, lo stesso sindaco ribadisce che esponenti nazionali come Luigi Di Maio, e Fico, sapessero tutto ma hanno preferito tacere. Il caso Livorno, altro comune in mano al M5s, che ha visto qualche settimana fa protagonisti due consiglieri della maggioranza accusati di essere in debito con il Comune per multe mai pagate e allo stesso siano a rischio decadenza. Il caso Gela che ha visto l’espulsione del sindaco grillino Messinese per motivi poco convincenti. Accusato di non essersi tagliato lo stipendio. Ma voci di corridoio affermano che il vero motivo sta nel fatto che il sindaco di Gela fosse poco “simpatico” a dirigenti regionali siciliani del Movimento molto vicini a referenti nazionali.

E dulcis in fundo: il caso Parma. Parma è stato un simbolo per il Movimento 5 stelle. Il primo paese in cui il movimento di Grillo ha vinto. E in tutti questi anni, però, lo stesso sindaco Pizzarotti ha dimostrato di non essere perfettamente in sintonia con alcune idee del suo fondatore. E proprio per questo è stato espulso in una maniera alquanto opinabile: con un’email anonima da parte dello staff di Beppe Grillo. Nonostante abbia dimostrato, lo stesso sindaco, come in tutto questo tempo abbia segnalato i problemi del Movimento di Parma ad esponenti nazionali, e di come non sia stato minimamente aiutato. Sembra quindi che il Movimento 5 stelle stia perdendo la sua essenza, i suoi obiettivi, e ci si chiede: il cammino incomincia e il viaggio è già finito?

1 COMMENTO

  1. ME Grillo Fracesco, che cosa dici mai. lo so che ti e vi rode, ma è l’unica forza( di sinistra vera) ti fa male lo so, ma c’è un rimedio a tutto ciò: IMODIUM.

LASCIA UN COMMENTO