Una giornata storica per Ordona, sebbene la piccola comunità ai piedi dei Monti Dauni abbia già una sua storia da far valere. Il taglio del nastro del Museo Civico di Via Soldato Pasculli ha aggiunto un altro polo culturale dal valore strategico, visto che il medesimo sorge a pochi metri dal sito archeologico di Herdonia, un grande incompiuto finora, ma con una strada che da ora in poi può essere solo in salita. E’ uno dei primi esempi di sito che si dota prima di un museo che di tutti gli adempimenti che potranno rendere fruibili le grandi testimonianze archeologiche nell’area individuata. Il nuovo polo museale è stato realizzato grazie al bando della Regione Puglia dei fondi PO-FESR 2007/2013 per la “Riqualificazione e valorizzazione del sistema Museale”, con il supporto della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province BAT e Foggia e naturalmente, nel suo piccolo, del comune di Ordona.

IMG_3526A varcare la soglia della nuova struttura espositiva c’erano Giuliano Volpe, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Archeologici e curatore dell’allestimento, coadiuvato dal segretario dei comuni di Foggia e Ordona, Maurizio Guadagno. Volpe per molti anni ha preso parte agli scavi di Herdonia, oltre ad aver dato un contributo alla stesura di diverse pubblicazioni editoriali. In ultimo, raccogliendo il supporto economico di alcuni cittadini, è riuscito ad aggiudicarsi, con la Fondazione Apulia Felix, la stele daunia che risulta essere la teca di maggior pregio all’interno del nuovo museo.

Hanno portato i loro saluti anche la soprintendente di Foggia, Simonetta Bonomi; la dirigente regionale del settore Turismo e Beni Culturali, Silvia Pellegrino e l’assessore regionale al bilancio, Raffaele Piemontese. Tanti erano i sindaci presenti nella sala conferenze, da Serafina Stella a fare gli onori di casa, a Franco Metta, sindaco di Cerignola, e a tanti altri, nella speranza di poter accogliere il messaggio inviato dai relatori: “gestiamo questa struttura in maniera condivisa e sussidiaria con le città più grandi dotate di altri musei”. Un suggerimento caloroso a Foggia e Cerignola, affinché questi si sentano proprietari della struttura alla stregua del comune di Ordona.

REAZIONI. “La sfida che ci aspetta sarà quella di garantire la corretta gestione di questa struttura” – ha confermato il sindaco di Ordona, Serafina Stella. “Qui di fianco, inoltre, abbiamo un laboratorio di restauro unico in tutta la Regione che, qualora dovesse essere utilizzato al meglio, potrebbe addirittura creare posti di lavoro”. Così come ha sottolineato la sindaca, la promozione del nuovo polo museale passerà per il coinvolgimento dei privati e delle scolaresche, chiamate a raccolta dalla Capitanata ma anche da tutta la Regione. Non sarà di certo un limite il fatto che il museo sia ancora piuttosto scevro di contenuti. “Durante la mia attività ho inaugurato tanti musei che non avevano neanche le teche, almeno qui ci sono e c’è anche un progetto per riempirle. Bisogna avere fiducia nel tempo e pensare che qui ad Ordona le istituzioni abbiano recuperato la loro dignità, portando ad esecuzione un bando importante e non perdendo il finanziamento” – questo è stato il commento della Pellegrini.

18194717_1878814355737075_94974639461106003_nCOSA C’E’ ALL’INTERNO? A ben vedere però alcuni tratti di interesse, all’interno del museo, sono già presenti. L’impalcatura espositiva è stata dedicata all’interattività e alla multimedialità, con poche teche riservate al vasellame e ai reperti. All’ingresso vi è una grafica videoproiettata che fa vedere, in 7 minuti, l’evoluzione del sito di Herdonia negli ultimi 55 anni. Superando la stele daunia, la zona che suscita il maggiore interesse è quella che riguarda gli strumenti dell’archeologo, con una teca interamente dedicata a Joseph Mertens, lo studioso belga che scoprì dal suo elicottero la magnificenza del sito preromano. La consorte dell’archeologo ha addirittura inviato un messaggio scusandosi per la sua assenza, ma esprimendo comunque tutta la sua felicità per il momento storico che è solo un preludio ad altre inaugurazioni. In un’altro spazio ricavato nel museo, vi era Angela Quitadamo, l’artista manfredoniana che dopo aver vinto un bando per partecipare all’allestimento, ha impreziosito la mostra con le sue ceramiche dalle decorazioni tipicamente daunie.

Abbiamo iniziato un percorso molto incerto – sottolinea la soprintendente – un percorso condiviso con l’Università di Foggia e tanti altri attori. Noi non siamo stati a guardare e abbiamo provveduto alla creazione del sito internet. Adesso dobbiamo far ‘ballare’ questo museo e riempirlo con eventi e ricchezze che sono emerse da questa terra, alcune delle quali conservate a Foggia, altre già presenti all’interno di questa struttura”.

18119405_1878814222403755_408518075363511590_nVISITA GUIDATA. Aggregando i giorni passati tra le rovine di Herdonia, l’ex rettore dell’Unifg, Giulio Volpe ha trascorso quasi due anni della sua vita dalle parti di Ordona. Dopo il taglio del nastro è stato lui a condurre gli ospiti tra le teche espositive e le tre zone tematiche del museo: “Novecento. Cinquant’anni di ricerche”, in cui è dato risalto alla storia degli scavi a partire dagli anni ’60 del secolo scorso; “Nella Valle del Carapelle: il territorio”, dove si illustra l’ampio e vario patrimonio storico-archeologico della campagna di Ordona; ed infine, “Obscura Herdonia: la città”, angolo didattico che spiega l’importanza di Herdonia dall’età preromana sino al medioevo. “Avremmo potuto prendere del materiale a caso ed esporlo nelle vetrine – afferma Volpe – ma abbiamo deciso di non farlo perché in questo luogo devono essere conservati soltanto i reperti di Herdonia. Questo museo deve raccontare la storia degli scavi di Ordona, una storia che merita questo spazio così ampio perché questo luogo è stato il fulcro di un progetto di ricerca internazionale che ha fatto parlare di sé in diverse zone d’Europa. Per il momento abbiamo messo in piedi un museo che parla ai giovani e agli anziani, agli italiani e agli stranieri, con didascalie tradotte in inglese e in francese. La vera sfida sarà quella di creare eventi aggregativi attraverso una gestione museale integrata, nella consapevolezza che nessun museo si regge da solo. Questa zona si risolleverà da anni difficili, un passo alla volta, con la certezza che vi sia un grande potenziale da valorizzare. Ma questa struttura non ha senso di esistere senza il sito archeologico” – conclude Volpe. “Per questo mi auguro che già dal prossimo anno possano riprendere gli scavi, dopo aver risolto la grande controversia con il privato. Questa terra ha già aspettato tanto facendosi sfuggire finanziamenti e fondi per progetti europei sulla cultura”.

ASSENZA RUMOROSA. Non si sa se per scelta o per cause di forza maggiore, fatto sta che Ambretta Cacciaguerra, proprietaria della tenuta all’interno della quale sorge il sito archeologico di Herdonia, non ha preso parte alla cerimonia di inaugurazione del Museo Civico di Ordona. Da diversi anni è in corso una battaglia serrata sulla procedura di esproprio del terreno dove si trova la parte scavata da Joseph Mertens, grande amico del padre di Ambretta. La Cacciaguerra ha sempre difeso i propri interessi privati per vie legali, causando rallentamenti e procrastinazioni di progetti che avrebbero potuto far fiorire l’area ordonese. La proprietaria però ha sempre denunciato una mancanza di una progettualità seria e attuativa, incolpando la politica, il Ministero e la Soprintendenza. Tutte autorità i cui rappresentanti avrebbe incontrato faccia a faccia durante l’inaugurazione del museo.

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